LIFE IN MOTION, appuntamento al 25 ottobre con il prossimo webinar

Life in Motion - Energia in Movimento

LIFE IN MOTION – Energie in Movimento*

Per uno stile di vita in forma e per prevenire obesità e malattie della nutrizione sbagliata

Oggi parliamo di

OBESITA’

Metà della popolazione europea è in sovrappeso. Secondo una recente nota dell’Eurostat nel 2019 poco più della metà (53%) era considerato sovrappeso (36% pre-obesi e 17% obeso) e quasi il 3% come sottopeso. La quota più bassa si registra tra i 18-24enni (25%), mentre quelli tra i 65 e i 74 anni hanno la quota più alta (66%).

L’istruzione sembra essere un elemento determinante. La percentuale di persone in sovrappeso diminuisce all’aumentare del livello di istruzione e viceversa: dal 20% degli adulti con un livello di istruzione basso e dal 17% con un livello medio all’11% degli adulti con un livello elevato. La buona notizia è che l’Italia è tra i paesi europei a sperimentare i valori più bassi di adulti in sovrappeso: il 46%. Tra gli stati più virtuosi ci sono anche Francia (47%) e Lussemburgo (48%). Le quote più elevate sono state invece registrate in Croazia e Malta, con il 65%.

Covid-19 e obesità, una correlazione reciproca pericolosa

Il lockdown del 2020 e le successive chiusure hanno portato gli italiani a una inattività fisica forzata e ad avere maggior tempo da dedicare alla cucina e al cibo. Gli orari e i ritmi quotidiani si sono modificati e ci sono state anche conseguenze psicologiche dovute alla pandemia. Tutti fattori che hanno portato a un aumento del sovrappeso tra la popolazione italiana. I rischi sono bidirezionali: da una parte la Covid-19 ha fatto aumentare il rischio obesità, dall’altra l’obesità aumenta le probabilità di complicanze da Covid-19.

Il rapporto “COVID-19 and Obesity: The 2021 Atlas. The cost of not addressing the global obesity crisis – March 2021” della World Obesity Federation rivela come l’eccesso di peso sia un fattore importante dello sviluppo di complicanze da COVID-19, inclusa la necessità di ricovero, di terapia intensiva e di ventilazione meccanica.

Fai clic per accedere a COVID-19-and-Obesity-The-2021-Atlas.pdf

In particolare, nei Paesi in cui meno della metà della popolazione adulta è classificata “in sovrappeso o obesa, la probabilità di morte per Covid-19 è circa un decimo del livello osservato nelle nazioni in cui lo è più della metà. Dei 2,5 milioni di decessi per Covid -19 segnalati entro la fine di febbraio 2021, 2,2 milioni si sono verificati in Paesi in cui più della metà della popolazione era in sovrappeso o obesa.

Della correlazione tra obesità e complicanze da Covid-19 Help Consumatori ne aveva già parlato quando, nel luglio 2020, il premier inglese Boris Johnson aveva annunciato il lancio di una campagna di emergenza contro il sovrappeso. Tra gli obiettivi quello di ridurre l’incidenza di condizioni come il diabete di tipo 2 forse. Iniziativa presa probabilmente a seguito delle difficoltà che lo stesso premier aveva affrontato quando si era ammalato di Covid.

Covid-19, Università Bologna: correlazione tra mortalità e obesità lieve. E in UK è lotta al sovrappeso (helpconsumatori.it)

 

 

bambini e cibo

 

Obesità e disturbi alimentari post pandemia, il ruolo dei pediatri

In Italia particolare attenzione è rivolta ai giovani. Secondo la Società Italiana di Pediatria (SIP) il cambiamento delle dinamiche quotidiane e dello stile di vita ha influenzato alcuni comportamenti patologici legati all’alimentazione. Proprio nelle settimane scorse la SIP ha lanciato, al fianco di Eni Foundation, il progetto “Non siete soli”. L’iniziativa ha l’obiettivo di aiutare bambini e adolescenti nella gestione dei disagi provocati dalla crisi COVID-19 a partire dalle esigenze dovute alle nuove povertà e dalla formazione dei volontari e operatori assistenziali, che entrano in contatto con bambini e adolescenti sulla tematica dei disturbi alimentari.

SIP al fianco di Eni Foundation per aiutare bambini e adolescenti nella crisi Covid – Società Italiana di Pediatria

L’incremento medio dei casi di disturbi alimentari tra gli adolescenti tra febbraio 2020 e febbraio 2021, rispetto allo stesso periodo 2019-2020 è del 30%, con un abbassamento della fascia di età (13-16 anni). Ne abbiamo parlato con il professor Francesco Chiarelli, membro del Comitato Direttivo della SIP, Professore Ordinario di Pediatria e Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Chieti, che ha aperto con una premessa: “In Italia, la pandemia ha avuto un impatto sull’aumento dell’obesità aggravato da una situazione di partenza difficile soprattutto per quanto riguarda i giovani. Basti pensare che secondo gli ultimi dati dell’indagine Okkio alla Salute dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il nostro Paese è risultato tra le nazioni con i valori più elevati di eccesso ponderale nei bambini insieme ad altri Paesi dell’area mediterranea”. Sorveglianza OKkio alla SALUTE -EpiCentro – Istituto Superiore di Sanità (iss.it)

Cosa possono fare i genitori?

Il primo lockdown e le successive chiusure hanno portato a una maggiore sedentarietà, ma anche a una maggiore dipendenza dagli schermi, alla noia fino alla depressione che porta spesso i ragazzi a trovare nel cibo una consolazione. Tutte situazioni che possono favorire il sovrappeso. In una società già predisposta all’obesità il confinamento e altre limitazioni un aumento della popolazione giovane obesa era inevitabile . L’invito ai genitori è quello di “nutrire il cervello dei loro figli”: la cultura è il miglior antidoto contro la noia e la sedentarietà. Non sempre il cibo o la stessa dieta sono una priorità nella vita.

Questi disagi psicologici portano spesso a disturbi alimentari. La sanità italiana, in particolare i pediatri, è pronta a fronteggiare anche queste problematicità?

I bambini e gli adolescenti sono state le categorie più colpite. Il disagio adolescenziale è già proverbiale e se a questo aggiungiamo la noia e il distanziamento, eventuali problematiche diventano più complicate da gestire e risolvere. I pediatri hanno una formazione di neuropsichiatria infantile e sono pronti ad affrontare anche un disturbo alimentare nella sua veste psicologica. Non aiuta invece il carico di lavoro in termini di numero di pazienti che i pediatri di famiglia devono gestire. Il focus sugli adolescenti andrebbe sicuramente implementato da parte della medicina. Non dobbiamo però drammatizzare perché spesso è proprio il superamento delle difficoltà della vita che rendono più forti i ragazzi.

Quali sono i maggiori rischi per un bambino obeso che si ammala di Covid -19?

L’obesità è uno stato di infiammazione sub clinica. I soggetti obesi hanno una minima attivazione delle citochine infiammatorie, pertanto potenzialmente una maggiore probabilità di sperimentare la MIS-C (Sindrome infiammatoria multisistemica). Si tratta della complicanza da Covid -19 più diffusa nei bambini, insieme alla miocardite.

 

*LIFE IN MOTION – Energie in Movimento, è un progetto realizzato dal Movimento Difesa del Cittadino, in collaborazione con HERBALIFE NUTRITION, nato con l’obiettivo di favorire il contrasto all’obesità attraverso una campagna informativa e di sensibilizzazione rivolta ai cittadini.


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