Veneto Banca e Popolare Vicenza, Consumatori protestano: rimborsi inaccettabili
Un rimborso paragonabile a “un’elemosina”. Proposte del tutto inaccettabili. Continua a collezionare contestazioni e critiche da parte delle associazioni di consumatori il piano di rimborsi varato da Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Cosa prevede? Per Veneto Banca un rimborso pari al 15% del valore netto delle azioni acquistate dal 1 gennaio 2007 al 31 dicembre 2016, dedotte le vendite; per Banca Popolare di Vicenza modalità simili, con un rimborso di 9 euro ad azione (circa il 15%). In entrambi i casi tale proposta di rimborso è valida solo per le persone fisiche, le società di persone e le onlus; il termine per aderire è marzo; a chi accetta le banche riservano offerte commerciali particolari; la proposta è infine subordinata alla rinuncia alle azioni legali da parte degli azionisti.
Poiché però le perdite di risparmiatori e azionisti sono state davvero ingenti, le associazioni di consumatori non ci stanno. È stata annunciata anche l’intenzione ddi aprire un tavolo con le Associazioni rappresentative dei risparmiatori, per definire un protocollo di conciliazione per i casi economicamente più svantaggiati. “A nostro avviso l’insieme di proposte avanzate dai due istituti è del tutto insoddisfacente ed iniquo – commenta Federconsumatori – I rimborsi irrisori sono irrispettosi dei risparmiatori inconsapevoli della rischiosità delle azioni acquistate. Non dimentichiamo, infatti, che nell’ambito di tale vicenda sono ipotizzati alcuni reati, quali aggiotaggio ed alterazioni di bilancio, con condotte che non hanno permesso ai cittadini di decidere in maniera consapevole in relazione ai propri investimenti. Il termine di 10 anni di responsabilità contrattuale, inoltre, è del tutto arbitrario ed inaccettabile, dal momento che esclude dalla possibilità di ottenere un rimborso molti cittadini, specialmente pensionati, che avevano acquistato le azioni ben prima del 2007”. Un rimborso pari dunque a “un’elemosina” per Federconsumatori, che proseguirà le azioni intraprese e commenta: “L’unico tavolo al quale siamo disposti a sederci con le banche in questione è quello teso alla definizione di rimborsi equi e dignitosi, che si basino su criteri oggettivi e prendano in considerazione le gravi violazioni della normativa bancaria messe in atto ai danni dei risparmiatori”.
Non è una proposta accettabile neanche per Codici. “L’unica proposta percorribile è l’intera restituzione delle somme agli ignari e sprovveduti risparmiatori, tratti in inganno dal buon nome della banca – dice l’associazione – Non è necessario un indebitamento selvaggio, è sufficiente creare un nuovo titolo obbligazionario a 20 anni, a tasso fisso dell’1% garantito dal fondo interbancario, pari a 60€ ad azione. La condizione è che il titolo deve essere quotato nel mercato liquido. Tale scelta non solo garantisce il risparmiatore tradito, ma ristabilisce la fiducia nel mercato del risparmio senza incidere sui bilanci bancari”.
Di “pochi spiccioli” parla anche l’Unione Nazionale Consumatori. “L’indennizzo proposto da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca è irrisorio e francamente non si comprende come le due banche possano pensare di recuperare la fiducia dei propri clienti con simili proposte – ha detto Valentina Greco, legale dell’Unione Nazionale Consumatori – Oltretutto, la richiesta di adesione di almeno l’80% dell’azionariato ha il sapore amaro del ricatto mentre l’offerta delle proposte commerciali, a latere dell’offerta di transazione, non può non essere interpretata come l’intento di recuperare nuovi fondi” .

Non si deve accettare elemosine visto il modo con cui hanno venduto la loro porcheria