Quest’anno le presenze al mare sono diminuite in media del 40% e si registra una flessione di 10 mila lavoratori stagionali. Il turismo balneare è in affanno, ha denunciato nei giorni scorsi il Sindacato Italiano Balneari: “Quest’anno il nostro lavoro, di fatto, è iniziato solo a partire dal mese di luglio – ha detto il presidente Sib Riccardo Borgo – a maggio e giugno, infatti, un po’ dappertutto le avverse condizioni atmosferiche e soprattutto le temperature quasi autunnali, ben al di sotto delle medie stagionali, hanno ‘convinto’ i turisti a non andare in spiaggia, le presenze, infatti, sono calate mediamente del 40%. Se a questo aggiungiamo la crisi economica che in sostanza ha obbligato 8 milioni di italiani a rinunciare alle vacanze, ecco spiegate le difficoltà del turismo balneare italiano”. Il tutto si ripercuote sul mercato del lavoro: oltre 10.000 lavoratori stagionali, fra bagnini, camerieri e parcheggiatori, quest’anno sono rimasti a casa per mancanza di offerta, ma anche gli altri lavoratori stagionali sono in forte diminuzione.

Per il Codacons, i dati confermano le previsioni fatte dall’associazione. “Lo scorso maggio abbiamo denunciato come le famiglie italiane, sempre più povere, sarebbero state costrette a tagliare le spese per la villeggiatura, e rinunciare al mare e alle vacanze – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il Sib ci dà pienamente ragione, confermando come le nostre previsioni fossero corrette e come la crisi influisca sulle scelte dei cittadini. Oramai le vacanze estive sono un lusso per pochi e chi va al mare ha modificato totalmente le proprie abitudini: oggi in spiaggia ci si va con il pranzo portato da casa e l’ombrellone sotto il braccio, non si consuma presso chioschi e stabilimenti e si preferisce la spiaggia libera, in modo da ridurre le spese. Scelte obbligate che purtroppo hanno ripercussioni negative anche per gli operatori del settore e per l’occupazione”.


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