La terra del Centro Italia continua a tremare. Dopo il forte sisma del 30 ottobre scorso e l’ampio sciame sismico, infatti, una nuova scossa di magnitudo 4 è stata registrata nella notte del 13 novembre tra Marche, Umbria e Lazio. In questo contesto l’Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) sta lavorando a un nuovo progetto per gestire al meglio il rischio sismico: una calamità che comporta una spesa media annua di 3 miliardi di euro circa per il contribuente italiano.

“Alla luce delle caratteristiche che il rischio sismico assume nel nostro Paese (il 70% delle abitazioni si trova in aree ad alto/medio rischio sismico”, spiega il presidente Ania, Maria Bianca Farina, al 18° Annual Assicurazioni che si è tenuto a Milano il 7 e 8 novembre, “la soluzione potrebbe essere una assicurazione obbligatoria per tutti coloro che posseggono una casa, in modo da garantire prezzi contenuti grazie alla mutualità tra le diverse aree del territorio”. Serve dunque una regolamentazione dei rischi catastrofali come avviene in tutti i paesi sviluppati.

“L’Ania sta lavorando a un progetto per coprire larga parte del rischio sismico con il sistema assicurativo, prevedendo un intervento statale che copra le eventuali punte dei sinistri che eccedano le capacità del settore”, spiega Farina. L’operazione prevederebbe dunque una “collaborazione” privato-pubblico “permettendo interventi immediati in fase di gestione delle emergenze e contenimento della spesa pubblica destinata oggi ad interventi ex-post“. Si tratta certamente di una soluzione di sistema che va studiata, “avviando un tavolo ad hoc con il Governo e con tutti gli operatori del settore privato coinvolti. L’operazione va comunque inserita in un più ampio piano che deve garantire azioni di prevenzione strutturale, di sensibilizzazione dei cittadini e tempestività nella gestione delle emergenze”. Ma questo non è l’unico impegno delle assicurazioni a supporto del Paese. “Il momento economico e sociale che viviamo e gli scenari futuri richiedono una maggiore collaborazione tra Stato, compagnie e cittadini anche sui temi legati alla gestione del risparmio, della salute, dell’assistenza e della previdenza”, suggerisce Farina.

“Le assicurazioni rappresentano storicamente un punto di riferimento per il risparmio delle famiglie italiane, grazie alla capacità di garantire rendimenti soddisfacenti, frutto di politiche di investimento prudenziali e adeguati ai profili di rischio dei clienti”, dice il presidente Ania. Anche in un contesto mutato di tassi zero “il settore ha continuato a essere un partner di riferimento delle famiglie italiane”. Basti pensare che l’anno scorso la raccolta vita è stata di 115 miliardi. “La sfida ora si fa ancora più forte, sia perché questo scenario di tassi a zero o negativi potrebbe durare ancora per lungo tempo, sia per la crescente volatilità del mercato azionario”. “Non dimentichiamoci però che in questa situazione di mercato bisogna investire nello sviluppo di una maggiore cultura finanziaria dei cittadini ed il settore, attraverso la sua ampia rete professionalizzata, può svolgere un ruolo importante”.

E per quel che riguarda la salute e l’assistenza? “Le famiglie spendono mediamente 1.400 euro l’anno, senza considerare le ingenti spese per assistere gli anziani”, spiega Farina. “A fronte di questo, l’assicurazione intercetta solo il 7% della spesa privata sostenuta dai cittadini. Riteniamo di conseguenza che ci sia l’opportunità per il settore di affiancare il sistema pubblico con le proprie soluzioni al fine di gestire al meglio il bisogno, anche definendo adeguati incentivi statali, così come per il welfare aziendale”. Allo stesso modo c’è bisogno di “stimolare la previdenza integrativa, ancora troppo poco utilizzata, in particolare dai giovani e dai dipendenti delle piccole aziende”.

“Su tutti questi temi, un contributo importante potrà essere dato dall’innovazione e dalle nuove tecnologie che andranno progressivamente a trasformare il modello di business del settore assicurativo per renderlo più vicino e meglio rispondente alle sfide attuali e future”, precisa il presidente. “È in atto una profonda trasformazione dei bisogni dei cittadini nell’ambito previdenziale, sanitario, della protezione e del risparmio e, allo stesso tempo, il sistema Italia ha bisogno di supporti validi per garantire una crescita solida e sostenibile. Le assicurazioni sono pronte a dare il proprio contributo in affiancamento al sistema pubblico per un nuovo modello di sostegno a famiglie e imprese”.

di Marianna Castelluccio


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