Tassazione immobili, Befera: più equita solo con riforma del catasto
Per rendere più equa la tassazione sugli immobili è necessario riformare il catasto. Non ha dubbi il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che nel corso di un’audizione al Senato ha ricordato che “il Catasto è nato nel 1939 e una parte significativa dei dati relativi agli immobili risale ancora a quell’anno”. Secondo il Direttore è per questo motivo che “le rendite attualmente attribuite alle unità immobiliari urbane sulla base del vigente modello di classamento fanno rilevare una diffusa iniquità, essenzialmente riconducibile all’inadeguatezza delle attuali categorie catastali, alla presenza di zone censuarie eccessivamente ampie e ad un periodo di riferimento di oltre venti anni fa (l’ultima revisione generale delle tariffe d’estimo è del 1990), alla persistenza di classamenti effettuati in fase di impianto del sistema catastale”.
Quel che manca – ha sottolineato Befera – è “una revisione generale del classamento per aggiornare e sperequare i redditi delle singole unità immobiliari e di conseguenza si è prodotto nel tempo un progressivo scollamento tra la realtà dei valori catastali e i valori del mercato immobiliare. L’insieme delle distorsioni – ha osservato – ha effetti sul livello di equità della tassazione”. Con l’introduzione dell’Imu e la rivalutazione dei coefficienti che consentono il passaggio dalle rendite catastali (rimaste invariate) ai valori imponibili patrimoniali degli immobili da una parte “si è ovviamente ridotta la distanza tra questi ultimi e i corrispondenti valori di mercato”, ma dall’altra è aumentata l’iniquità”. Succede così che “oggi pagano di più immobili nuovi di periferia che immobili di pregio nei centri storici“. La tassazione sulla casa va dunque sicuramente rivista, ma “solo avendo una base imponibile ben esatta e ben corretta”. Befera ha quindi evidenziato infine che l’Isee viene determinato tenendo conto anche del patrimonio immobiliare valutato, anche in questo caso, su base catastale. “Una valutazione catastale iniqua degli immobili trasferisce dunque i suoi effetti anche sull’accesso alle prestazioni di welfare”.
