La tariffa bioraria conviene ancora? Sì secondo l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, che ha assicurato alle associazioni dei consumatori che la convenienza della bioraria ancora rimane, perché rimane il differenziale fra le fasce orarie, che non ha subito un’inversione. Certo, il differenziale fra le tariffe elettriche diurne/feriali e notturne/festive si sta però riducendo, per cui l’Autorità sta valutando un nuovo sistema biorario “più flessibile”.
I chiarimenti sono arrivati dal presidente dell’Autorità Guido Bortoni qualche giorno fa, a margine di un’audizione davanti alla Commissione Industria del Senato: i prezzi medi delle fasce orarie serali e festive convengono ancora, ha chiarito Bortoni, confermando che c’è un avvicinamento delle due fasce di prezzo, ma non un’inversione. Il prezzo medio delle ore diurne dei giorni feriali, dalle 8 alle 19, è di 11,3 centesimi di euro al kwh, mentre la sera e il fine settimana il prezzo medio scende a 9,6 centesimi al kwh, con una differenza di prezzo del 17%. Per Bortoni, “i prezzi dell’energia elettrica nelle due fasce biorarie si stanno avvicinando da sei mesi, non si è ancora verificata l’inversione ma occorre rivedere il sistema”.
L’effettiva convenienza della tariffa bioraria è al centro dell’attenzione da quando articoli di stampa usciti sul Salvagente e sul Corriere della Sera hanno messo in dubbio la convenienza della tariffe: queste subirebbero la concorrenza del fotovoltaico che, producendo energia a costi marginali nulli di giorno, ha livellato il picco di prezzo diurno. Le associazioni dei consumatori hanno dunque chiesto nei giorni scorsi l’istituzione di un tavolo di lavoro sul tema.
In una lettera inviata all’Autorità per l’energia elettrica e il gas, le associazioni del CNCU (Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assoconsum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codici, Codacons, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, UNC) hanno chiesto un incontro sul funzionamento della tariffa bioraria, introdotta gradualmente da luglio 2010, che prevede prezzi differenziati a seconda dei diversi momenti della giornata e dei giorni della settimana in cui si utilizza l’elettricità.
Scrivono le associazioni: “Di fatto, con i nuovi prezzi biorari,e con l’introduzione nel sistema dell’energia prodotta in prevalenza nelle fasce diurne dalle FER, “l’energia elettrica nelle fasce serali, non è più così a buon mercato come è storicamente stato. Anzi, in qualche caso il suo prezzo è addirittura superiore a quello delle «ore di punta», la fascia oraria tra le 8 e le 19 che va dal lunedì al venerdì e che concentra i maggiori consumi.” Il meccanismo delle fonti rinnovabili che dà diritto di precedenza nell’introduzione del dispacciamento alle fonti non programmabili ha determinato un forte squilibrio nei prezzi applicati nelle ore diurne rispetto alle ore notturne”.
Le associazioni, “comprendendo le difficoltà nel livellamento e nei meccanismi di gestione di tali criticità e sposando appieno lo schema e la funzione iniziale dell’introduzione della bioraria”, ritengono necessaria la correzione delle “distorsioni del sistema” e chiedono “di verificare eventuali responsabilità dirette e indirette per omissioni da parte di qualsiasi attore del sistema” nonché un incontro specifico con l’Autorità energia per “dar luogo ad ogni utile iniziativa necessaria per l’elaborazione di una “Revisione delle misure” al fine di garantire concreti vantaggi per i consumatori”.


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