Oggi il decreto sulla speding review approderà nell’Aula di Palazzo Madama con una novità importante sui farmaci che ha tenuto banco nel corso dell’ultimo fine settimana. Un emendamento approvato nei giorni scorsi prevede che i medici dovranno sempre piu’ indicare nelle ricette i soli principi attivi, limitando i ”farmaci griffati” ai soli malati cronici che gia’ li usano. Si potra’ ancora prescrivere un medicinale indicando il nome commerciale, ma – in questo caso – bisognera’ spiegarne le ragioni.Se la norma ha trovato il favore di Federconsumatori e Adusbef secondo cui “si impone una normativa che permette anche nel nostro Paese l’utilizzo dei farmaci equivalenti ( ex generici ) in misura maggiore di quanto fatto colpevolmente sin d’ora attraverso una pessima informazione, a volte intenzionalmente voluta”, di tono diverso sono le prese di posizione di Farmindustria che denuncia un “vergognoso attacco” alle aziende del settore che “colpisce al cuore l’industria dei medicinali”. Mentre la Federazione dei medici di famiglia – con il segretario Giacomo Milillo – sostiene che indicare in ricetta solo il principio attivo determinerà una “pericolosa confusione”, con il risultato che il dottore non avrà più controllo sul tipo di farmaco di cui alla fine il paziente farà uso.
Federconsumatori e Adusbef non sono disposti ad accettare le critiche nemmeno sulla presunta pericolosità: “Non risulta a nessuno che vi siano state contestazioni all’ Organizzazione Mondiale della Sanità, che ne ha patrocinato l’utilizzo o che peggio ancora si registrino stragi mortali nei Paesi di massimo utilizzo di questi farmaci “equivalenti”.
Quindi, ben venga la norma che impone non il nome del farmaco bensì il principio attivo che ha identico effetto terapeutico e non si ascoltino altre voci esclusivamente interessate ad altri obbiettivi” concludono Rosario Trefiletti e Elio Lannuti. Dello stesso avviso anche Adiconsum secondo cui “I farmaci equivalenti hanno la stessa efficacia terapeutica dei medicinali di marca . A chi afferma il contrario si assuma l’onere della prova”.
Anche per Altroconsumo si tratta di un provvedimento da difendere senza se e senza ma per tre ragioni: meglio spingere il medico a usare il nome del principio attivo e non il nome di fantasia dei farmaci: questo aiuta il paziente a capire che cosa si sta assumendo, diminuisce il rischio di prendere lo stesso principio attivo attraverso farmaci diversi, rende il cittadino più consapevole; bisogna incoraggiare l’uso di farmaci equivalenti (o generici) al posto dei farmaci di marca: l’equivalente acquistato in farmacia ha tutte le caratteristiche di sicurezza ed efficacia che hanno i farmaci di marca ed è prodotto e garantito esattamente allo stesso modo; è così che si incide sulla spesa senza peggiorare la qualità della cura: utilizzare maggiormente i farmaci equivalenti è certamente uno di questi.


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