Altroconsumo tenta la carta della class action per rimborsare gli utenti del trasporto pubblico romano. Il servizio gestito dall’Atac è ridotto ai minimi termini, gli standard di qualità non vengono rispettati, ma il prezzo delle corse non è cambiato. Per questo l’associazione lancia una campagna per raccogliere le pre-adesioni a una class action che chiede rimborsi del 50% ai viaggiatori per i servizi non erogati negli ultimi tre anni.

“Lo stato di insicurezza, l’inefficienza e l’inadeguatezza del trasporto pubblico locale gestito da Atac sono sotto gli occhi di tutti – denuncia Altroconsumo – Non sono stati rispettati i livelli previsti nei contratti di servizio stipulati con Roma Capitale e con la Regione Lazio (per il TPL ferroviario sulle linee ex concesse). Esiste uno scostamento tra attese adeguate agli impegni contrattuali e effettiva offerta del servizio, sia nella quantità delle corse erogate, sia nella qualità della mobilità offerta da Atac”.

Così l’associazione annuncia oggi una class action contro Atac Spa. L’azione collettiva risarcitoria chiede un rimborso del 50% per i servizi non erogati negli ultimi 3 anni, dal 2015 al 2017. E così, dice Altroconsumo, per una spesa di 250 euro l’anno per l’abbonamento al trasporto pubblico, l’utente potrebbe ricevere un rimborso di 125 euro l’anno per tre anni, per un totale di 375 euro. Parte dunque la raccolta delle pre-adesioni.

“Si chiede al giudice – dice Altroconsumo – di accertare la responsabilità dell’azienda sia per inadempimento alle obbligazioni derivanti dai contratti di servizio pubblico e di trasporto, data la mancata erogazione di servizi secondo gli standard di qualità e quantità stabiliti, sia per pratica commerciale scorretta, con la mancata informazione sull’impossibilità di erogare i servizi di mobilità programmata e di garantire il livello di qualità concordato nei contratti di servizio”.

Il servizio di trasporto pubblico si è negli anni progressivamente ridotto. I livelli di qualità previsti non sono stati raggiunti né per le linee di bus né per le metropolitane. “Ignorati i livelli minimi di performance pattuiti nei contratti di servizio su parametri quali sicurezza e regolarità delle corse, manutenzione, igiene, pulizia e comfort delle infrastrutture e mezzi di trasporto, accessibilità e informazione per l’utenza – denuncia Altroconsumo – Nel biennio 2015-2016 la regolarità del trasporto di superficie è stata del 50,5%. rispetto a un margine di tolleranza del 70% e a un livello adeguato dell’80%. Sulla regolarità del servizio metropolitano indici del 71,2% su linea A e 74,3% su linea B, rispetto a una soglia di tolleranza del 90% e a un valore standard di qualità del 95%”.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)