Risparmio tradito, MDC: bene il ricorso all’ABF ma serve vigilanza ex ante
Boom di reclami all’Arbitro Bancario Finanziario: nel 2016 sono stati oltre 21.600 i ricorsi all’organismo di Bankitalia, il 59% in più rispetto al 2015. La crescita più intensa si è avuta al Sud (+74%), con Calabria e Sicilia in testa con aumenti del 237% e del 190%. A farla da padrona sono stati i ricorsi sulla cessione del quinto dello stipendio e della pensione che hanno rappresentato il 71% del totale. In aumento anche i ricorsi su mutui e credito al consumo.
“La situazione del settore in Italia è molto critica e lo dimostrano i dati dei primi 4 mesi del 2017 che registrano un’ulteriore impennata di ricorsi all’Arbitro. Solo nel primo quadrimestre sono arrivati all’ABF oltre 10.000 reclami, con un aumento del 54% sullo stesso periodo dell’anno precedente”, ha sottolineato il presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino, Francesco Luongo, intervenendo alla presentazione della relazione annuale dell’ABF che si è tenuta oggi a Roma, presso l’Università Roma Tre.
Preoccupanti sono inoltre i dati sul Meridione, che mostrano una forte correlazione con il maggior rischio di povertà e il forte gap di educazione finanziaria rispetto al resto del Paese. Di fronte a questi numeri drammatici il mondo delle Associazioni dei consumatori non resta indifferente anzi sta dando un fortissimo contributo alla tutela dei risparmiatori come dimostra l’incremento dei ricorsi presentati passati dal 4% al 10% nel 2016.
“L’ABF”, ha aggiunto Luongo, “proprio grazie al contributo fattivo delle Associazione dei consumatori rappresenta uno dei più efficienti sistemi di Alternative Dispute Resolution nel settore bancario in Europa.
Ma questa tutela ex-post deve necessariamente essere accompagnata da una tutela ex-ante che si realizza attraverso una “Vigilanza” preventiva in grado di fare davvero il proprio mestiere accertando l’onorabilità e la professionalità della governance dei singoli istituti ed applicando idonee sanzioni a chi non rispetta le regole nella vendita di prodotti e servizi finanziari.
“Un enforcement”, conclude Luongo, “che richiede il coinvolgimento dei rappresentanti dei consumatori che vanno inseriti negli organismi di vigilanza interni che evidentemente, in tutti questi anni, hanno troppe volte fallito nel proprio compito come dimostrano i casi eclatanti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza oltre che di Banca Etruria, Marche Carichieti e Cariferrara con migliaia di risparmiatori sul lastrico”.