Quindici dirigenti e 357 impiegati in meno con un risparmio pari a 15,3 milioni di euro. Così si riorganizza il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Il provvedimento che da il via alla riorganizzazione è ispirato a criteri di efficienza ed efficacia funzionale ed operativa, vengono decise anche significative modifiche strutturali rispetto al precedente assetto, pur essendo confermata l’articolazione in tre dipartimenti (Dipartimento delle politiche europee ed internazionali e dello sviluppo rurale, Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare e della pesca, Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari).Contestualmente viene sciolto il Consiglio nazionale  dell’agricoltura,  dell’alimentazione  e della pesca mentre i compiti dei soppressi Comitato Nazionale Italiano per il collegamento tra il Governo e la FAO, e del  Centro per la Formazione in Economia e Politica dello Sviluppo Rurale sono stati riassorbiti dalle strutture ministeriali.
 


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