In tempi di crisi, diminuiscono le rapine nelle banche e aumentano quelle nelle farmacie. La tendenza è fotografata dal Rapporto intersettoriale sulla criminalità predatoria dell’OSSIF (Centro di Ricerca dell’ABI sulla Sicurezza Anticrimine), secondo cui nel 2011 le rapine nelle farmacie sono aumentate del 5,1% rispetto al 2010. Il dato preoccupa Federfarma, sia per la sicurezza dei cittadini che frequentano le farmacie, che sono proprio i più fragili, sia per tutti quelli che lavorano in queste strutture.
C’è poi l’aspetto, meno conosciuto e sottostimato, dei costi diretti e indiretti sostenuti dalle farmacie per difendersi dalla criminalità. Al bottino razziato durante le rapine, infatti, vanno aggiunti i costi per polizze assicurative in crescente aumento, nonché per strumentazioni deterrenti, a cominciare dai sistemi di allarme e dalle apparecchiature di videosorveglianza che sono state attivate in molte provincie italiane a seguito di un accordo siglato da Federfarma con il Ministero degli Interni nel 2010. A questi costi si aggiungono i danni per i frequenti furti e per il taccheggio.
Sono tutti costi che incidono fortemente in un momento in cui la farmacia è già pressata da provvedimenti che ne hanno ridotto i margini di sopravvivenza economica ed è in attesa del rinnovo della Convenzione con il SSN, scaduta da anni. Le farmacie sono anche in attesa dell’applicazione della nuova remunerazione della farmacia definita da un accordo siglato con l’AIFA il 16 ottobre. “Stiamo sollecitando i Ministeri interessati – fa sapere il presidente di Federfarma Annarosa Racca – affinchè si arrivi ad una rapida introduzione del nuovo sistema di remunerazione che permetta alle farmacie di mantenere un servizio farmaceutico efficiente e capace di rispondere alle molteplici esigenze di una popolazione che invecchia”.


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