In Italia il pericolo buche è sempre in agguato. Pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti fanno ogni giorno i conti con l’asfalto sgretolato e sfaldato mettendo in pericolo cerchioni, pneumatici e sospensioni, ma molto spesso anche la loro vita. In una recente interrogazione parlamentare presentata da alcune associazioni di consumatori alla Commissione Trasporti è emerso come i costi della mancata sicurezza e dell’assenza di manutenzione siano altissimi: si parla di oltre 3mila decessi e di una spesa a carico del Servizio sanitario nazionale di 30 miliardi l’anno per i feriti da incidenti. E il 40% di questi eventi è dovuto anche alla mancata manutenzione della rete viaria.

I dati emergono a ridosso dell’emendamento alla manovra fiscale che permette ai Comuni di incassare i proventi delle multe stradali senza più l’obbligo di destinarne una parte alla manutenzione e sicurezza stradale, come previsto dalla legge 120/2010. Una cattiva notizia, insomma, soprattutto per chi vive in città come Roma con un “asfalto groviera” che, secondo la Corte dei Conti, ha prodotto 2.700 cause con richieste di risarcimento verso il Comune per i danni causati dalla “epidemia buche” e lavori di manutenzione che ancora oggi tardano a partire in modo deciso. Intanto, si moltiplicano le limitazioni al traffico (totali o dei soli mezzi pesanti) e di velocità (spesso con limite fissato a 30 km orari) sulle strade più a rischio, per non parlare delle pattuglie di vigili urbani lasciate spesso a sorvegliare buche recintate.

Ma Roma non è un caso isolato. Da nord a sud è tutto un pullulare di dissesti stradali. In provincia di Sassari, a Ozieri, i commercianti hanno inviato una lettera al sindaco, per denunciare le criticità su strada e fornire spunti per migliorare i servizi ai cittadini. A Messina, i media denunciano buche in pieno centro, spesso appianate solo in vista di grandi eventi come il Giro d’Italia. Sulla costiera amalfitana, lungo la strada provinciale 2 Chiunzi-Corbara è dovuta intervenire la Provincia di Salerno per predisporre lavori urgenti dopo i numerosi incidenti causati dal manto stradale dissestato. In provincia di Livorno, nel comune di Castagneto Carducci, sono partiti i lavori di recupero, rimandati da tempo per mancanza di risorse, che incideranno per 35mila euro sulle casse comunali. A Imperia, il Secolo XIX denuncia lo stato di degrado della Galleria Gastaldi, un tempo rifugio antiaereo e oggi unica strada che attraversa il centro storico collegandolo alle spiagge: qui infiltrazioni d’acqua, paratie divelte, marciapiedi sbreccati e asfalto irregolare rendono impossibile la circolazione. A Milano, il Municipio 6 ha presentato all’amministrazione comunale un dossier di 10 pagine fitte di indirizzi disastrati: oltre 200 le vie, i marciapiedi e le piste ciclabili ammalorati da buche e avvallamenti.

Eclatante, poi, il caso del Touring Club Svizzero, che nell’ultimo numero della sua rivista ha messo nero su bianco alcuni consigli pratici per viaggiare in Italia e in particolare sulle strade comasche. Un vero e proprio vademecum per mettere in guardia gli automobilisti del Cantone e ottenere risarcimenti da parte dell’assicurazione italiana in caso di sinistro.

Secondo Siteb, l’Associazione dei costruttori e manutentori delle strade, i dati relativi ai primi mesi del 2017 evidenziano una preoccupante e prolungata fase di stallo delle manutenzioni che ha come evidente conseguenza l’ammaloramento e l’aumento della pericolosità delle strade, senza contare l’incremento dei costi necessari per ripristinarle in quanto, in assenza di lavori, il degrado attacca anche gli strati più profondi della 2sovrastruttura stradale mettendo a rischio le stesse fondazioni. Siteb stima che negli ultimi 8 anni si è fatto a meno di investire 10 miliardi di euro in manutenzioni e ora ne occorrono ben 40 per ripristinare in maniera adeguata lo stato di salute delle nostre strade. L’impegno più volte proclamato dal Governo, addirittura con una risoluzione parlamentare (7/365) che lo impegnava a trovare risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria e per risolvere l’incertezza relativa alla competenza sulla gestione delle strade provinciali non è mai stato concretamente attuato. Anche la ripresa economica ribadita negli ultimi mesi non ha inciso in alcun modo sul settore delle strade.

La stagione delle grandi manutenzioni, fa sapere Siteb, di solito collocata tra maggio e settembre (il 70% dei lavori viene svolto in questo periodo per sfruttare le favorevoli condizioni climatiche), quest’anno non sembra essere partita. E questo è ancora più preoccupante, vista la condizione in cui versano le nostre strade. I due allarmi principali riguardano le strade comunali e le provinciali (130.000 km dei complessivi 600.000 km della rete nazionale). Queste ultime sono considerate a “bollino rosso” per l’assenza di risorse economiche degli Enti che ne sono responsabili, come conferma anche la recente minaccia lanciata dal Presidente dell’Unione delle Province Italiane di chiudere le strade a rischio per gli automobilisti.

“C’è bisogno che dal Governo centrale prenda avvio una seria campagna di manutenzione delle strade prima che il degrado ne comprometta definitivamente l’enorme valore complessivo (stimato in 5.000 miliardi di euro) e renda troppo oneroso e non più sostenibile economicamente il suo ripristino” spiega Michele Turrini, presidente Siteb. “Mesi fa il Ministro Del Rio aveva giustamente fatto notare che la vera “grande opera” che il Governo avrebbe affrontato in Italia sarebbe stata l’adeguata manutenzione dell’esistente, purtroppo stiamo ancora aspettando e i segnali e i dati sono di segnale opposto: in Italia si sta distruggendo inesorabilmente il nostro patrimonio di strade, di imprese e di tecnologia!”.

 

di Marianna Castelluccio

 

Notizia pubblicata il 12/07/2017 ore 17.46


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1 thought on “Pericolo buche, Siteb: servono 40 mld per ripristinare la salute delle strade

  1. Strade> da nord a sud…non è esatto, nel trentino-alto adige, le strade sono….liscie come un biliardo….andare a vedere per convincersene….ma è il solito discorso delle 3 italie.

Parliamone ;-)

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