C’è chi vuole navigare spendendo il meno possibile, adattandosi a una connessione internet a velocità medio-bassa. Altri consumatori invece, sono disposti a spendere pur di possedere la connessione internet più veloce possibile. In ogni caso, entrambi possono risparmiare mettendo i piani tariffari di Fastweb a confronto con quelli di Infostrada o Telecom Italia, sia puntando sulle tradizionali connessioni adsl sia sulla connettività con fibra ottica.
Nonostante la crescita di chi richiede l’installazione della fibra ottica, che comunque non è ancora disponibile su tutto il territorio italiano, la percentuale di chi possiede la fibra ottica non supera il 4,9% di chi ha una connessione internet. Questo è il dato più importante che emerge dal Rapporto Akamai sullo stato di internet, relativo al quarto trimestre 2013, che analizza le caratteristiche della connessione internet e della navigazione in rete in Italia e nel resto d’Europa.
Il digital divide è diventato un misuratore importante dell’efficienza e il prestigio dei Paesi. Il divario tra Italia e resto d’Europa si configura,quindi, come un indice importante e che pone interrogativi rilevanti sulla gestione delle risorse del Bel Paese e sul margine di crescita da imprimere per colmare il gap.
La distanza da colmare rispetto al resto d’Europa resta profonda, nonostante l’adozione della fibra ottica nel nostro Paese, rispetto allo scorso anno, abbia avuto un incremento del 78%, mentre sui dati rispetto terzo trimestre del 2013, è cresciuta di oltre il 17%. Il dato sembra positivo soltanto se non lo confrontiamo con quello che è accaduto nel resto d’Europa.
Secondo il Rapporto Akamai, infatti, molti paesi risultano cresciuti nell’uso della fibra ottica con incrementi percentuali anche a tre cifre. La classifica vede il trionfo della Turchia (+234%), seguita da Irlanda (+178%), Francia (+144%), Spagna (+127%) e Belgio (+123%). L’Italia, invece, si posiziona al 38esimo posto in area Emea, subito dietro la Slovacchia.
In ogni caso non possiamo dire che l’incremento del 78%, nella situazione di digital divide che scontiamo in Italia, non possa essere considerato come una vittoria, seppure il ritmo di crescita della fibra ottica sia inferiore rispetto a molti Paesi europei. Per quello che riguarda invece la percentuale del 4,9%, già citata, di chi usa la fibra rispetto alle tradizionali connessioni internet con l’adsl, la posizione dell’Italia precipita al 40esimo posto su 51 paesi.
Gli elementi che emergono dal Rapporto Akamai sono però molti altri: la velocità media di connessione, sebbene sia cresciuta nel quarto trimestre 2013 del 25% rispetto al 2012, arriva soltanto ai 5,2 Mb al secondo. Anche su questo dato la posizione dell’Italia in classifica è piuttosto bassa, 46esima in area Emea. Va leggermente meglio la massima velocità registrata in Italia, pari a 21,6 Mb al secondo.
Anch’essa cresce, mostrando comunque che si sta lavorando per uscire dal baratro, con un aumento dell’8,7% rispetto al quarto trimestre del 2012 e del 19% rispetto al terzo trimestre del 2013, poco al di sotto della media europea. Nel resto dell’area dell’Unione Europea la velocità di connessione media ha raggiunto i 23,2 Mb al secondo che, in calo tra il secondo al terzo trimestre 2013, fa un vero e proprio balzo in avanti del 30% tra il terzo e il quarto trimestre dello stesso anno.
Il Rapporto Akamai si sofferma anche sui dati che riguardano la velocità media di connessione mobile che, in Italia, oscilla tra i 38,4 Mb e i 21,5 Mb al secondo. Oltre alle percentuali e ai numeri citati, legati alla velocità media di connessione e alla diffusione della fibra ottica, il sondaggio di Akamai riguarda anche, spiccando in questo modo per completezza, anche sul traffico legato agli attacchi informatici: essi provengono per la stragrande maggioranza dalla Cina (43%) e dagli Stati Uniti (19%), mentre una crescita eccezionale del traffico si è registrata dal Canada.


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