Per salvaguardare i propri beni, come veicoli e immobili, o addirittura la propria persona, il cittadino italiano può stipulare svariate coperture assicurative, di base o accessorie, in base alle proprie esigenze specifiche. Per scegliere, poi, quella migliore e tutelarsi risparmiando, il futuro assicurato può confrontare le assicurazioni migliori sia per l’auto che per la casa o la vita, collegandosi alla rete, oltre a poter contare, in caso di danni agli immobili causati da cataclismi, sugli aiuti volontari dello Stato.
Di fronte alle calamità naturali che quest’anno hanno scosso l’Italia, infatti, il Governo ha deciso di intervenire, procedendo, con il decreto legge 59/2012 pubblicato su Normattiva, al riordino della Protezione Civile. Il provvedimento, diventato legge venerdì scorso, prevede “l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali sui fabbricati a qualunque uso destinati in quanto possono essere estese tutte le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di fabbricato appartenente a privati”.
In base a questa norma, i cittadini dovranno stipulare delle assicurazioni casa per eventi naturali, che tutelino in caso di terremoti, alluvioni o altro genere di catastrofi naturali. Con queste polizze, che, prima dell’entrata in vigore del decreto, sono sempre state facoltative, il rimborso per i danni provocati agli immobili di proprietà non sarà più demandato allo Stato, ma alle compagnie assicurative.
Con la polizza obbligatoria sulle case, i cittadini dello Stivale sono soggetti a un esborso annuo stimato in circa 200 euro per ogni preventivo assicurazione, un costo che per molti, visto il periodo di ristrettezze economiche, può essere difficile da sostenere.
A ciò si devono, inoltre, aggiungere i costi necessari per poter mettere in sicurezza il proprio immobile: ad esempio, per un condominio di 3-4 piani, lo studio da parte di un ingegnere può arrivare a costare fino a 100 mila euro in assenza di progetto (il costo è leggermente inferiore se si dispone del progetto). Il premio assicurativo previsto per ogni singola unità immobiliare oscillerebbe, inoltre, tra i 100 e i 200 euro all’anno, in proporzione alla pericolosità sismica della zona nonché alla stabilità e sicurezza dell’immobile (gli edifici non a norma sarebbero soggetti a un maggiore esborso, che complessivamente è stimato in circa 4-5 miliardi all’anno).
I più ritengono che questo provvedimento governativo sia ingiusto perché, in caso di calamità naturali evidentemente non prevedibili, sarebbero i comuni cittadini a dover sostenere i costi per i danni da loro subiti. In realtà, sostengono i consumatori, è lo Stato che, in virtù del contratto sociale che ha con i cittadini-elettori, dovrebbe farsi carico del compito di “garantire adeguati, tempestivi e uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione e ricostruzione”.


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