eBay fa partire una petizione per chiedere di opporsi alle nuove imposte sulle vendite online in Europa, perché queste porterebbero fra l’altro a una minor scelta e a prezzi più elevati per i consumatori. Ma il Movimento Consumatori non ci sta e a stretto giro commenta: “Non firmate la petizione”. In ballo c’è la modernizzazione dell’Iva sui prodotti venduti online e, più in generale, l’esigenza di adottare una tassazione adeguata anche per i giganti del web.

La società eBay sta dunque inviando una email a clienti e utenti europei cui chiede di firmare la petizione  “Diciamo no alle nuove imposte sulle vendite online in Europa”. Nell’appello si legge che “nella UE sono in preparazione nuove norme IVA” che significherebbero “nuove imposte sulle vendite internazionali”, “prezzi più elevati per i consumatori”, “più burocrazia per le piccole imprese europee” nonché “meno scambi tra paesi europei e meno scelta per i consumatori”. Da qui la richiesta all’Unione europea di rivedere i progetti di riforma dell’Iva, di “rinunciare all’introduzione di nuove imposte sulle vendite in area UE” e di “contribuire a contenere i prezzi mantenendo le attuali norme per le importazioni di valore esiguo da paesi non UE”.

La petizione però non piace al Movimento Consumatori, che invita consumatori e utenti di eBay a “ragionare sul significato di un’eventuale adesione a questa proposta nel momento in cui, per la prima volta a livello Ue, si sta finalmente ragionando su come fare in modo che i giganti del web paghino le tasse e su come modernizzare l’Iva sui prodotti venduti online dalle imprese, utilizzando o meno i ‘marketplace’ come eBay o Amazon”.

Spiega il segretario generale del Movimento Consumatori Alessandro Mostaccio: “Se è vero che il possibile intervento Ue sull’Iva appartiene a questa seconda categoria  e che non tocca direttamente eBay, essendo rivolto a uniformare il trattamento Iva di tutte le imprese che vendono online e, quindi, anche di quelle che vendono tramite eBay, è chiaro che l’adesione del consumatore a questa petizione assumerebbe un peso politico anche in merito al contrasto dell’introduzione di una tassazione dei marketplace stessi. eBay motiva infatti la propria richiesta – prosegue Mostaccio – come fosse di carattere filantropico, a sostegno delle piccole imprese che puntano a far crescere la loro attività in nuovi mercati all’interno della Ue e oltre i suoi confini, ma questa petizione è subdola e contraria all’interesse generale. Subdola perché mentre apparentemente è dedicata alla riforma dell’Iva, in realtà, come si evince anche dal titolo, è diretta a respingere ogni tentativo di introdurre per la prima volta una tassazione uniforme di tutte le piattaforme. E’ subdola anche perché si rivolge ai consumatori facendo leva sul possibile aumento dei prezzi finali dei prodotti. Insomma – conclude il segretario MC – spinge i propri clienti a prendere posizione unicamente in base a questo specifico interesse individuale, perdendo di vista le motivazioni generali che stanno alla base di queste nuove politiche fiscali”.

L’associazione invita invece a considerare che la proposta di riforma dell’Iva nasce dalla necessità di contrastare l’elusione fiscale e che “corrisponde all’interesse generale iniziare a tassare anche i nuovi modelli di business basati sull’economia digitale. O l’unica strada per non tagliare ulteriormente il welfare e pagare gli interessi sul debito pubblico dovrebbe ancora essere quella di aumentare le tasse per i soliti noti? Riteniamo che tutti i consumatori d’Europa – conclude MC –  debbano invece appellarsi all’Ue, perché acceleri al massimo i tempi per l’elaborazione di proposte eque e efficaci”.

 

Notizia pubblicata il 22/09/2017 ore 17.47


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