Mps: conversione dei bond al retail, Codici: salvataggio sulle spalle dei risparmiatori
Il Consiglio di Amminstrazione di Monte dei Paschi di Siena riapre la strada della conversione dei bond in azioni Mps, accessibile anche agli obbligazionisti retail, si legge su fonti stampa. Lo scopo è “quello di portare a termine il rafforzamento patrimoniale da 5 miliardi con risorse private senza dover ricorrere all’intervento dello Stato”. La Bce non ha concesso la proroga richiesta, anche se il no deve ancora arrivare formalmente, dunque tale operazione dovrà essere portata a termine entro il 31 dicembre.
“Nonostante il tentativo in extremis di evitare il sacrificio degli obbligazionisti e la nazionalizzazione, come andrà a finire la vicenda MPS? Noi abbiamo un sospetto”, commenta l’associazione consumatori Codici. “La soluzione di danneggiare i consumatori senza colpire e punire i soggetti responsabili del disastro MPS ci pare a dir poco scorretto. Si sta goffamente tentando di attuare un’operazione di mercato che non sta in piedi, anche alla luce del fatto che è stato ritirato l’appoggio del consorzio di garanzia bancario”.
Codici spiega che l’operazione prevede l’intervento di 40 mila risparmiatori, chiamati a salvare MPS attraverso un contributo di 2,16 miliardi che andrebbero a sommarsi al miliardo raccolto dagli istituzionali, più 1 miliardo del Qatar ed una parte residuale sul mercato. “Nel caso del Qatar, ovviamente se ci metterà 1 miliardo, diventerà proprietario della Banca più antica del mondo”.
“La Consob”, continua Codici, “dal canto suo, dovrebbe autorizzare la conversione volontaria delle obbligazioni retail a discapito comunque dei risparmiatori, che vedrebbero venir meno i paletti posti a loro tutela secondo la normativa Mifid. Ma anche qualora venisse adottata questa soluzione, i bond subordinati verrebbero convertiti in azioni divenute carta straccia, perché in perdita”.
“Perché le responsabilità del Governo che ha nominato dei vertici che evidentemente non sono stati così zelanti nel corso degli anni, e quella degli organi di vigilanza, che intervengono ex post e non ex ante, deve ricadere sui cittadini che si ritrovano in mano le macerie di una mala gestio perpetrata negli anni? Non ci è dato sapere”, conclude l’associazione.