Ieri l’Eurostat ha attestato aumenti a due cifre sulle bollette di luce e gas delle famiglie italiane: tra la seconda metà del 2011 e la seconda metà del 2012 la bolletta della luce è aumentata dell’11,2% e quella del gas del 10,6%. Aumenti che “non solo mettono in ginocchio le famiglie, ma contribuiscono a deteriorare la competitività delle piccole e medie imprese e in questo momento di difficoltà non possiamo proprio permettercelo”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori.
L’esperto del settore energia dell’UNC Pieraldo Isolani ci spiega quali sono le cause di questi aumenti: “Purtroppo è un fatto che le liberalizzazioni nel settore energetico non hanno ancora raggiunto un ideale equilibrio concorrenziale e i clienti domestici hanno ricevuto vantaggi marginali; il prezzo offerto sul mercato libero è poco conveniente e non incentiva la scelta di nuovi fornitori; lo switching è tuttora abbastanza limitato, specialmente se si depura dai passaggi intergruppo. A rendere il mercato libero dell’energia assai poco attraente per i clienti domestici – prosegue Isolani – contribuisce la scarsa fluidità nei rapporti tra le Società di distribuzione e di vendita con i clienti: sono sempre diffusi i  reclami che arrivano ai nostri sportelli per bollette incongrue, doppia fatturazione, ecc. L’aggressività degli operatori per l’acquisizione di nuovi clienti, poi, è all’origine del grave fenomeno della pratica dei contratti non richiesti, mentre la scarsa comprensibilità delle offerte ostacola la consapevole scelta dei consumatori nella ricerca di quelle più favorevoli”.
 “Un altro punto da non sottovalutare – incalza Isolani – è l’inadeguatezza delle infrastrutture di trasporto dell’energia, senza contare che il disordinato sviluppo degli impianti fotovoltaici, determinato da una generosa incentivazione, sta scaricando sul prezzo dell’elettricità un pesante onere destinato a crescere per i prossimi venti anni. A ciò bisogna aggiungere il costo degli impianti alimentati da fonti rinnovabili realizzati senza un adeguato collegamento con la rete di trasmissione nazionale. Da ultimo, ma non meno importante, va considerata l’eccesiva pressione fiscale sui consumi energetici: gli oneri generali e le imposte gravano sulla bolletta per circa il 33%, mentre nel gas le imposte e le accise raggiungono il 35% del prezzo pagato dai clienti”.
“Se queste sono le cause – conclude Dona – la soluzione va trovata eliminando le inefficienze strutturali e aumentando la concorrenza nel settore condizionato dai soggetti dominanti. Su quest’ultimo aspetto l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas deve svolgere un ruolo più incisivo, per una maggiore tutela dei consumatori e delle piccole imprese”.


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