Il provvedimento sulle liberalizzazioni non ha incassato solo giudizi negativi. C’è anche chi, in sua difesa, si schiera contro le ragioni delle categorie che hanno deciso di scioperare. “Con l’86 per cento dei trasporti commerciali che in Italia avviene su strada, lo sciopero dei Tir mette a rischio la spesa degli italiani soprattutto per i prodotti piu’ deperibili come il latte, la frutta e la verdura che non riescono a raggiungere gli scaffali dei mercati” commenta Coldiretti che in riferimento alla mobilitazione degli autotrasportatori sottolinea i pesanti effetti che si potrebbero presto avere per le tavole degli italiani e per le aziende agricole. “L’agroalimentare – precisa la Coldiretti – è il settore piu’ sensibile perché ai ritardi e alla perdita di opportunità commerciali si aggiungono la distruzione e il deprezzamento che subiscono i prodotti deperibili come latte, carne, frutta e verdura. Come è già successo in Sicilia, se non si tornerà presto alla normalità, gli effetti – conclude la Coldiretti – si faranno presto sentire con gravi danni per le aziende agricole, per il commercio e per i consumatori con gli scaffali dei supermercati vuoti e il rischio di effetti speculativi sui prezzi”.
Anche secondo l’Adoc lo sciopero degli autotrasportatori sta provocando enormi danni ai consumatori con il conseguente rialzo dei prezzi su molti prodotti, in primis benzina e alimentari, come accaduto in Sicilia. Secondo Pietro Girodano, segretario generale Adiconsum, “non è possibile mettere in ginocchio il Paese con azioni di lotta selvagge che danno dell’Italia un’immagine da Terzo mondo”. Giordano auspica che il Governo “riceva anche le minoranze degli autotrasportatori, ma al contempo sia determinato nel far rientrare nella logica democratica azioni di lotta che nulla a hanno a che vedere con il confronto e i negoziati che in un Paese democratico devono avere cittadinanza”.
 “Lo sciopero delle farmacie è un atto arrogante: non vogliono rinunciare a nulla, desiderano mantenere tutti i privilegi”.  Così, invece, il Presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, Vincenzo Devito,  che aggiunge “un ricatto al Paese e al Governo confermato dal fatto che la data dello sciopero è spostata nel tempo, al fine di porre sotto scacco le istituzioni e modificare a proprio piacimento il decreto appena varato dal Governo. A Federfarma non interessa nulla degli interessi del cittadino o del valore sociale del farmaco, a Federfarma interessa difendere solo i propri fatturati. Il sistema non collasserà, così come non sarebbe collassato se fosse stata liberalizzata la fascia C (perdita per le farmacie di 380 euro/mese), ciò che è collassata da tempo è la credibilità presso l’opinione pubblica di una casta di privilegiati”.
Sui taxi, infine, l’Aduc sostiene: “Liberalizzare le licenze ci sembra la strada migliore per rompere incrostazioni decennali. Con il nuovo decreto dovrebbe cambiare qualcosa. Per gli utenti, speriamo”.
 


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