La commissione Giustizia del Senato si è espressa a maggioranza, con un parere contrario a tre articoli del testo sulle liberalizzazioni licenziato dal governo: il primo riguarda il Tribunale delle imprese; il secondo l’articolo 9 sulle professioni regolamentate, che introduce l’abolizione delle tariffe e, infine, quello che riguarda l’efficienza produttiva del risarcimento diretto e del risarcimento in forma specifica. Nello stesso giorno, nel corso di un’audizione a Palazzo Madama, il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, ha espresso un giudizio positivo sul decreto sostenendo che “il complesso delle misure segna un importante avanzamento nel percorso che deve portarci alla piena concorrenza in tutti i mercati in cui essa è possibile”. “Occorre proseguire in questa direzione ha detto – I frutti potranno non vedersi subito, ma è una strada obbligata per far uscire l’economia italiana dalla condizione quasi stagnante degli ultimi quindici anni”.
Prima di passare in rassegna alcuni dei provvedimenti, il Vice Direttore ha precisato che “la concorrenza è innanzitutto un fondamentale fattore di equità sociale. Là dove essa opera gli acquirenti di qualunque bene o servizio, che assommano per definizione all’intera cittadinanza, sanno di poter trovare il prodotto migliore possibile al prezzo più basso possibile. Ma l’interesse diretto dei consumatori, per quanto importante, non è l’unico motivo per prestare attenzione al grado di concorrenza nei vari mercati; ve ne è un altro, che ha a che fare con la produttività e la crescita dell’intera economia”.
Spiegando che “il decreto interviene su un’ampia gamma di settori, in continuità con misure già prese in agosto e in dicembre”, Rossi ha affermato, ad esempio, che nei trasporti “vengono estese e rafforzate le competenze dell’Autorità di regolazione settoriale, la cui istituzione era già prevista nella manovra di dicembre”. Tuttavia – ha precisato – “l’efficacia del nuovo quadro regolatorio dipenderà però dalle azioni concrete della costituenda Autorità che saranno a loro volta influenzate dalle quantità e qualità delle risorse che le verranno assegnate, dal grado di indipendenza che le verrà assicurato”.
Nei servizi pubblici locali, invece, si apprezza  l’introduzione di meccanismi premiali volti a incentivare gli affidamenti mediante gara, che aiuteranno a superare le resistenze che gli enti locali talvolta oppongono alla gestione in concorrenza dei servizi.
Quanto alle norme che riguardano farmacie e notai, fa notare Rossi che “in entrambi i casi si sono preservati gli attuali stretti limiti all’accesso da parte di altri soggetti. Un approccio più orientato a rendere contendibili quei mercati, in particolare riconsiderando le riserve di attività e le esigenze di servizio universale, pur con tutte le necessarie garanzie e tutele per gli utenti, darebbe a questi ultimi benefici molto maggiori”.
 


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