Intesa Sanpaolo e AACC, prosegue il progetto “Mettere in comune competenze”
Quando la collaborazione tra banche e Associazioni dei consumatori diventa un progetto possono nascere idee interessanti che capovolgono il tradizionale rapporto di contrapposizione fino a fare confluire in una stessa direzione gli interessi delle due parti. Anche i bancari, infatti, sono consumatori e, nel momento in cui riescono a capire fino in fondo quali sono le problematiche principali del settore, possono aiutare meglio tutti i clienti.
Dall’altro lato, il consumatore, se è ben informato sul panorama dei servizi e prodotti a sua disposizione, può svolgere un ruolo più attivo e consapevole. Questo scambio è alla base del progetto “Mettere in comune competenze” realizzato da Intesa Sanpaolo e le Associazioni dei consumatori aderenti al Cncu, che è partito già a giugno scorso. “Il tema della formazione e dell’informazione ci sta a cuore da sempre – spiega Mauro Ugolini Responsabile Ufficio Rapporti con le Associazioni dei Consumatori di Intesa Sanpaolo – Ma è da tempo che lavoriamo a questo progetto perché volevamo realizzare un’iniziativa che lasciasse un segno. In un certo senso credo che con una maggiore conoscenza da parte dei consumatori non si ripeterebbero i casi eclatanti di Cirio e Parmalat. Con questo non voglio togliere la responsabilità alle banche, ma solo dire che l’Italia ha ancora un livello di alfabetizzazione bancaria molto basso. Ci sono diverse direttive europee che ci chiedono più informazione e in altri Paesi, ad esempio in Slovenia, sono state realizzate iniziative molto importanti”.
Intesa Sanpaolo quindi non ha pensato ad un’iniziativa spot, ma ha voluto portare avanti un progetto complesso e di lungo periodo. Infatti “Mettere in comune competenze” prevede diverse fasi di lavoro. In una prima fase, che si è svolta durante il 2011, banche e Associazioni dei consumatori si sono incontrate per scambiarsi le competenze reciproche e per riconoscersi i diversi ruoli: ci sono stati 8 seminari in aula di alto livello in cui si è parlato di derivati, hedge funds e così via. L’interesse da parte delle Associazioni dei consumatori è stato elevato e l’esperimento ha dato i suoi frutti.
Nella seconda fase del progetto si ribaltano i ruoli: si partirà a giugno e saranno le Associazioni dei consumatori a formare l’azienda sulla storia del consumerismo sia a livello macroscopico, sia con un’analisi dettagliata sulla sua evoluzione italiana. Sono già previsti una decina di appuntamenti all’interno delle banche, in cui i rappresentanti delle Associazioni faranno i loro interventi.
E tutto questo è propedeutico ad una terza fase, in cui insieme si andrà sul territorio. Quella sarà la fase più delicata e, probabilmente, si sceglierà una Regione pilota per iniziare. “E’ una grande sfida – ha affermato Ugolini – ma è stata colta con coraggio ed entusiasmo dalle Associazioni dei consumatori e vedremo come andrà a finire, in un momento come quello attuale in cui l’attenzione al tema è altissima”.
