Nel campo della giustizia civile, è necessario il rispetto dei tempi di consegna della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), lo smaltimento dell’arretrato civile e la semplificazione dei riti. È quanto afferma Cittadinanzattiva in occasione del Salone della Giustizia in corso a Roma. Alla manifestazione, che si è aperta oggi e durerà fino al 4 dicembre, è arrivato il saluto scritto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “L’iniziativa – ha sottolineato il Capo dello Stato – costituisce una brillante e dinamica forma di comunicazione di grande successo che consente – attraverso numerosi convegni e incontri su temi di grande attualità – di far meglio conoscere il nostro sistema giudiziario, i problemi che affliggono il ‘servizio giustizia’ e l’impegno posto per superarli e sviluppare nel paese la cultura del rispetto delle regole”.
Intervenendo al Salone, Cittadinanzattiva ha posto l’attenzione sulla questione delle CTU. Ha detto la coordinatrice nazionale Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Mimma Modica Alberti: “E’ necessaria un’attenta vigilanza da parte del Giudice sul rispetto dei tempi massimi di consegna per le CTU che si individuano in 30-40 giorni”. Per Modica Alberti è inoltre importante la modifica dell’art. 168 bis del codice civile: “E’ necessario fissare la prima udienza non oltre 50 giorni successivi alla data indicata dall’attore nell’atto introduttivo e bisogna anche prevede un termine massimo per l’udienza di precisazione delle conclusioni poiché la dilatazione abnorme dei tempi è principalmente determinata dall’intervallo tra la fine dell’istruttoria e l’udienza di precisazione delle conclusioni e successiva decisione”.
L’associazione sostiene la necessità di abbreviare i termini di comparazione, portandoli da 90 giorni a 40-60 giorni. E sottolinea che aspetti di importante rilevanza ai fini di un miglioramento della giustizia civile sono lo smaltimento dell’arretrato civile e la semplificazione dei riti processuali civili.
“Si può provvedere allo smaltimento dell’arretrato civile con la costituzione di apposite sezioni, eventualmente integrate da magistrati in quiescenza ed avvocati in pensione, cancellati definitivamente dall’albo, di comprovata esperienza ed ineccepibile livello deontologico”, spiega la coordinatrice di Cittadinanzattiva. In merito alla semplificazione dei riti osserva: “È fuori di dubbio che la permanenza nel nostro ordinamento di una pluralità di riti costituisce un’ingiustificata anomalia che produce solo dispersione di risorse, complicazioni e disorientamento in tutti gli operatori del servizio giustizia (magistrati, avvocati, personale di cancelleria, ufficiali giudiziari). Sarebbe sufficiente – conclude – dare finalmente attuazione a quanto previsto dalla Legge n° 69/2009 per pervenire in tempi solleciti ad una unificazione degli schemi processuali, individuando quello di principale e normale applicazione con solo pochissime eccezioni. La semplificazione dei riti introdotta di recente dal Ministro Alfano non va nel senso di semplificare i riti perché riferita a casistica assolutamente marginale”.


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