Fisco, CGIA: novembre “mese delle tasse”. Si verseranno 55 mld
Acconto Ires, Iva, ritenute dipendenti e collaboratori, acconto Irpef, addizionale regionale Irpef. E poi ancora ritenute lavoratori autonomi e addizionale comunale Irpef. E l’elenco non è neanche esaustivo. Anche quest’anno a novembre arriva il “mese delle tasse”, quello in cui si concentra una serie impressionante di scadenze fiscale. A riepilogarlo è l’Ufficio studi CGIA. Fra gli acconti e le addizionali Irpef, l’Ires, l’Iva, l’Irap e le ritenute di imposta i lavoratori dipendenti, gli autonomi, le imprese e i possessori di altri redditi saranno chiamati a versare all’erario 55 miliardi di euro solo a novembre.
Le scadenze fiscali in Italia si concentrano soprattutto fra novembre e dicembre e nei mesi di giugno e luglio. A novembre, spiega la CGIA, l’imposta più “impegnativa” da onorare sarà l’acconto Ires in capo alle società di capitali (Spa, Srl, Società cooperative, etc.). Queste ultime dovranno versare 14 miliardi di euro. L’Iva dovuta dai lavoratori autonomi e dalle imprese ammonterà a 13 miliardi di euro, mentre i collaboratori e i lavoratori dipendenti, attraverso i rispettivi datori di lavoro, “daranno” al fisco ritenute per un importo di 10,9 miliardi di euro. L’acconto Irpef darà luogo a un gettito di 7,7 miliardi, l’Irap, invece, costerà alle aziende 6,8 miliardi di euro. Le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi e l’addizionale regionale Irpef, infine, “peseranno” in ognuno dei due casi per 1 miliardo di euro .
“Nonostante le riforme avviate in questi ultimi 25 anni – spiega il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – l’Italia è ancora a metà del guado. Sebbene non facciamo più parte del club dei Paesi unitari, non possiamo neppure considerarci un paese federale. Se sul fronte fiscale ancora adesso l’80 per cento circa del gettito tributario finisce nelle casse dello Stato centrale, gran parte della spesa, depurata dagli interessi sul debito pubblico e dalla previdenza, viene invece gestita a livello locale. Il 53 per cento , infatti, è in capo a Regioni, Province e Comuni. In altre parole, la quasi totalità delle nostre tasse finisce a Roma, ma oltre la metà delle uscite è gestita da Governatori e Sindaci ”.
