Energia, tariffa bioraria conveniente ma poco scelta dai consumatori
Quando ha fatto il suo ingresso nel mercato dell’energia, due anni fa, la tariffa bioraria aveva l’obiettivo di far cambiare le abitudini di consumo giornaliero. Oggi SOS Tariffe, con un’indagine su 280 mila consumatori, fotografa la situazione giungendo alla conclusione che sono pochi gli italiani che hanno spostato i consumi oltre il 66% nella fascia H2 (quella notturna e dei fine settimana) soglia oltre la quale la tariffazione bioraria inizia ad esser conveniente.La media degli utenti oggetti dell’indagine, ha indicato una ripartizione annua media dei consumi per il 53,99% in fascia H1, quella giornaliera, e per il 46,03% in fascia H2. Dunque in alcuni casi si è ben lontani dall’accettare una radicale modifica dei propri comportamenti nonostante la tariffazione bioraria sia diventata obbligatoria per tutti quegli italiani che non sono passati al mercato libero, ed hanno un contatore in grado di effettuare la lettura per la nuova ripartizione dell’energia. Si parla ancora della maggioranza degli utenti dato che in quattro anni le persone a passare al mercato libero sono circa il 20% del totale dei fruitori del servizio elettrico.
Eppure spostando i propri consumi in fascia H2 con la tariffazione bioraria si può risparmiare in media il 23,83 % (con punte però di oltre il 60% per alcune tariffe) contro il 10,68% della tariffa di maggior tutela bioraria: una famiglia composta da 5 persone con un consumo medio annuo di 4300 KwH e con una ripartizione dei consumi dell’80% in fascia serale e nei fine settimana spenderebbe circa 853,53 euro contro i 929,76 per la tariffazione bioraria della maggior tutela.
Aldilà di chi non si abitua all’idea di consumare energia nella fascia H2, c’è anche chi proprio non può: in questi casi si possono evitare sovrapprezzi ed aderire ad una delle offerte monorarie ancora sottoscrivibili con il mercato libero. Usando una tariffa monoraria in fascia H1 del mercato libero, infatti, si può decurtare il prezzo dell’energia di circa il 24,82% rispetto alla tariffa bioraria applicata nella medesima fascia. Nel mercato di maggior tutela, invece, questo risparmio si ferma al 7,66%.
Vorrei essere certo di aver capito i contenuti dell’articolo.
Iniziate il periodo riferendovi al mercato LIBERO, qiundi immagino che il campione indagato da SOS Tariffe, di 280 mila consumatori, sia interamente di clienti del mercato LIBERO.
Poi però commentate i risultati come se rappresentasse la popolazione servita sul mercato TUTELATO (riporto testualmente: “Dunque in alcuni casi si è ben lontani dall’accettare una radicale modifica dei propri comportamenti nonostante la tariffazione bioraria sia diventata obbligatoria per tutti quegli italiani che NON SONO PASSATI AL MERCATO LIBERO”)
Poi mi sembra che riprendiate i confronti inerenti il mercato LIBERO, con un inciso che serve a confrontare il maggior vantaggio rispetto al mercato TUTELATO.
Non capisco, parlate del MT? del ML? vorrei essere un consumatore che esercita scelte consapevoli, per questo vorrei chiedervi la cortesia di chiarirmi meglio cosa volevate comunicare. grazie
Gentile lettore, nell’articolo in effetti c’era un “libero” in più (quello in apertura). Il campione dell’indagine si riferisce ai clienti che, a partire da luglio 2010, hanno scelto la bioraria nel mercato di maggior tutela (tariffa divenuta obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2012) ed indica una difficoltà a spostare i propri consumi energetici nella fascia più economica (la H2) . Poi esiste una offerta bioraria anche nel mercato libero (si veda il confronto).
a me andava BENISSIMO la tariffa originale.
ora sono in pensione e se posso fare il bucato la mattina asciugarlo in gg e stirarlo la sera, levandomelo dai piedi, certo non ripartisco l’operazione in 2 gg come dovevo fare prima quando lavoravo.
e visto che saremo obbligati a cambiare ancora voglio
prima capirci di più.
cmq ribadisco: a me andava benissimo la tariffa PRECEDENTE a questa bioraria NON richiesta!