Alcune certezze le abbiamo, in un momento di grande confusione e smarrimento di chi aveva sperato nell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica come importante occasione di rinnovamento della politica. Anzitutto la conferma di Napolitano è e resta una fatto politicamente grave, perché frutto di una riconosciuta impotenza del sistema dei partiti di esprimere un candidato che incarnasse quella voglia di cambiamento. Ma è anche un fatto di assoluta correttezza democratica, perché avvenuto nel rispetto pieno delle regole costituzionali.
C’è poi la prova definitiva del vuoto sterile in cui si muove il Movimento 5stelle, finora arroccato su “no” che ormai anche i suoi seguaci faticano a comprendere: no al governo con Bersani, no alla candidatura di Prodi, no a sedersi ad un tavolo per concertare una candidatura di prestigio, come certo poteva essere quella di Rodotà o della Bonino o di altri. Prendere o lasciare, accettare l’imposizione arrogante e senza discussione: questa la pretesa del comico inventatosi politico e del suo guru nascosto. Grillo ha saputo interpretare bene l’ondata di protesta del Paese contro una politica vuota e corrotta, ma è assolutamente incapace di scelte politiche, sia pure radicali, ma responsabili.
Il PD ormai è davanti ad un bivio: cambiamento radicale nella chiarezza delle posizioni e delle differenze interne, o definitivo superamento dell’unità con recupero delle differenti culture e tradizioni politiche, abbandonando qualsiasi velleità di “egemonia” culturale e tantomeno politica. Lo spettacolo penoso offerto nei giorni scorsi fa rimpiangere la Dc e il Pci. Meglio un partito di sinistra e un partito popolare di centro che si confrontano, si scontrano e trovano le convergenze, piuttosto che una  accozzaglia di inetti carrieristi e di impotenti strateghi.
Abbiamo toccato il fondo e non possiamo che risalire. Il prossimo governo, chiunque lo presieda, non può che mettere mano alla riforma elettorale, ridare ossigeno a imprese e famiglie ormai allo stremo e ridare un minimo di dignità al confronto politico.
Ma per favore, i signori che ci hanno condotto a questo infimo livello, abbiano almeno la dignità estrema di farsi definitivamente da parte.
di Antonio Longo


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1 thought on “Editoriale. Alcune certezze nella tempesta politica

  1. Caro Direttore, è tutto condivisibile ma non si può addossare al M5STELLE alcuna responsabilità sulla vicenda presidenziale. Piuttosto se il PD avesse votato Rodotà a quest’ora avremmo sia un Presidente degno di questo nome sia la concreta possibilità di un governo a guida Bersani. Ora invece abbiamo uno scenario in cui il PDL ha preso il sopravvento con un belusconismo difficile da battere alle prossime elezioni

Parliamone ;-)

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