E-commerce, Netcomm: Italia in ritardo. E’ una questione culturale
I dati Eurostat restituiscono un’immagine inquietante del gap digitale che sta distinguendo l’Italia dagli altri Paesi europei: ben il 37% degli italiani non ha usato Internet del 2012, contro il 22% della media europea; solo il 33% interagisce con la Pubblica Amministrazione via Internet, e una percentuale ancora inferiore, l’11%, ha acquistato online negli ultimi tre mesi, un terzo della media europea (35%) e un sesto degli e-shopper inglesi, che raggiungono quasi il 65%.
Secondo Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, “la soluzione del gap, tuttavia, non passa solo da un intervento infrastrutturale sulla banda larga ma, anzitutto, da un’educazione al digitale che riduca la sfiducia nel mezzo generata da una sua limitata conoscenza”.
Dai dati Netcomm ContactLab emerge, infatti che “gli ostacoli all’utilizzo dell’eCommerce sono soprattutto legati a una scarsa fiducia nei siti che offrono questo servizio. All’origine della diffidenza vi è il bisogno recondito di toccare la merce (40%), l’attaccamento al contate (31%), i timori verso il pagamento online (31%), e, in terza istanza, o il timore di non ricevere il prodotto (27%), ma anche la paura che il recesso sia complicato (26%)”.
Ma allo stesso tempo dai dati Netcomm HumanHighway emerge come il 91% degli acquirenti online dia al canale eCommerce un voto superiore a 7. Chi ha sperimentato il servizio offerto dall’eCommerce risulta quindi largamente soddisfatto dell’esperienza vissuta.
“Ci troviamo quindi di fronte a un problema di natura soprattutto culturale: manca una formazione degli italiani all’utilizzo di Internet sia da un punto di vista personale che professionale” afferma Roberto Liscia che prosegue “da un lato, infatti, manca un’adeguata educazione a riconoscere i veri rischi presenti nella rete a usufruire di tutti i vantaggi garantiti dall’eCommerce a livello di sicurezza e di qualità del servizio; dall’altro lato non c’è un’adeguata formazione di figure professionali che possano sviluppare nuovi modelli di business multicanale in grado di integrare retail fisico e online.”
