È lei, l’automobile, la regina incontrastata, emblema di libertà ed emancipazione, di progresso e innovazione, talvolta di benessere, di ritmi frenetici, di strumento di socializzazione e chissà di quante altre cose. Per noi donne, la macchina è un’appendice di noi stesse, forse anche più che per gli uomini. Per loro è un tempio da mantenere immacolato, per noi un prolungamento della nostra casa, quasi fosse un’altra stanza in cui però non siamo obbligate a sfaccendare per mantenere ordine e pulizia perché è nostra e se ti va bene sali, se no vai piedi.Oggi le donne rappresentano uno spicchio considerevole e sempre più numeroso sul totale degli automobilisti italiani, di conseguenza, negli anni è aumentata anche la loro esposizione al rischio.

Forse perché mentre guidiamo siamo prese da mille pensieri (fai la spesa, ricordati di prendere i figli da scuola, ricordati di portarli in palestra, paga le bollette, vai a lavoro, pulisci casa, chiama il medico, la nonna, il Papa); forse perché al volante ci rilassiamo un po’ (ah finalmente c’è silenzio, finalmente sono sola, posso cantare a squarciagola, posso truccarmi, posso guardare il paesaggio e la gente che mi sta attorno), forse semplicemente perché pecchiamo di presunzione e pensiamo che al volante siamo brave come un pilote di Formula1: fatto sta che gli incidenti stradali hanno medie altissime e, guardando i numeri, è anche un po’ colpa nostra.

A sorpresa, infatti, la frequenza dei sinistri delle automobiliste ha superato quella degli uomini: 5,9% contro 5,65% (www.viapo20.it).

Nel complesso, gli incidenti rappresentano ancora oggi, un fenomeno drammatico: ogni giorno, secondo le ultime stime disponibili di ACI e ISTAT e che saranno pubblicati sulla 12° edizione della Guida alla Sicurezza Stradale di Viasat, si verificano in media 478 incidenti stradali, che provocano la morte 9 persone e il ferimento di altre 720, tra più o meno gravi.

Restringendo il campo di analisi, le donne rimaste ferite sono oltre 97mila (quasi il 40% sul totale di 246.920), mentre quelle che hanno perso la vita sono 669 (circa il 20% sul totale di 3.428). Tra di esse la fascia di età più colpita è quella tra i 20/24 anni e 70/84. Le statistiche evidenziano un altro aspetto importante: aumentano le donne conducenti rimaste vittime della strada che sono 246 e quasi 51mila quelle rimaste ferite. Come passeggere, invece, sono 208 (35mila quelle rimaste ferite). Infine, sono ben 11.027 le donne che sono state investite (pedoni) sulle strade e 215 le vittime. Di queste, gli anziani rappresentano la categoria più a rischio.

Ma per venire incontro alla sicurezza delle donne (e non solo) che utilizzano l’auto per gli spostamenti, sono sempre più diffusi nel nostro Paese sistemi telematici satellitari. In questo campo, l’Italia si conferma leader mondiale per numero di dispositivi elettronici installati sulle vetture. E che siano Nere (BlackBox), Blu (BluBox) o Rosa (PinkBox) sono comunque oltre 5 milioni.

Perché tanto successo? Perché gli automobilisti, senza distinzione di genere, almeno in questo caso, in una qualunque situazione di pericolo possono lanciare un SOS sia dall’interno dell’auto, attraverso un comodo pulsante, che dall’esterno mediante un telecomando anti-panico. “Attraverso questi dispositivi”, precisa Valerio Gridelli, Amministratore Delegato di Viasat, “spostarsi con la macchina è reso meno rischioso. Sentirsi protetti, sempre, ovunque e in qualunque circostanza, è oggi indispensabile anche per una donna sempre più indipendente e autonoma ed inserita nella vita economica, sociale e civile del Paese”.


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