Disinformazione online, la strada è ancora lunga. E le piattaforme online possono fare di più, specialmente quando si parla di elezioni e disinformazione. “L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni intende classificare il Codice di condotta delle piattaforme online come ‘Impegni’ e non come Linee Guida in ragione dell’ancora insoddisfacente livello di trasparenza soprattutto in relazione alla verifica, all’inspection e all’audit sul processamento dei dati, sulla selezione algoritmica e sull’impatto della regolazione privata che le piattaforme hanno adottato”. Così il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Antonio Nicita in occasione della sua partecipazione alla tavola rotonda su “Dati ed elezioni” all’interno del IV Data Driven Innovation Open Summit, organizzato dall’Università Roma Tre, dalla Camera di Commercio di Roma e dalla Fondazione Calamandrei.


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Da oltre un anno l’Agcom ha avviato un tavolo di autoregolamentazione sulla disinformazione online che ha l’obiettivo di “promuovere l’autoregolamentazione delle piattaforme e lo scambio di buone prassi per l’individuazione ed il contrasto dei fenomeni di disinformazione online frutto di strategie mirate”. Il Commissario Agcom ha espresso dubbi circa il progetto annunciato da Facebook di unificare le piattaforme e trasformare le discussioni pubbliche di alcuni social in gruppi privati. “Bisogna stare ben attenti – ha detto il Commissario Agcom– ai possibili trade-off tra tutele della privacy, tutele della concorrenza e tutele del pluralismo in quanto la scomparsa di un’agorà pubblica verso ‘salotti privati digitali’ alimenta le echo chamber e la polarizzazione, riducendo il pluralismo”. L’Autorità ha annunciato che continuerà a fare proposte e iniziative sulla disinformazione online in coordinamento con l’Unione europea.

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