Comunicare l’Europa: trovare un nuovo brand o passare al secondo atto?
Qual è il modo migliore per comunicare l’Europa? La risposta a questa domanda, in un momento in cui l’euroscetticismo incalza, non è semplice: è sufficiente trovare un nuovo brand che riesca a rendere più accattivante l’immagine del vecchio continente oppure bisogna andare più a fondo e riflettere su cosa è diventata oggi l’Unione Europea? Di questo si è parlato nell’ambito del Civil Society Media Seminar, organizzato a Bruxelles dal Comitato economico e sociale europeo.
Nata con l’obiettivo di creare la pace tra diversi Paesi, provati da anni di guerre e conflitti, oggi l’Europa deve trovare un nuovo obiettivo per passare al secondo atto.
Ma questo passaggio, evidentemente, non è semplice: siamo in un’era globale e per ogni problema che si affronta va trovata una soluzione globale. Possiamo parlare del cambiamento climatico o del disarmo, ma la discussione non potrà prescindere da un approccio globale. Nel mondo moderno è inutile lanciare un unico messaggio perché tanto nell’immediato questo messaggio potrà essere verificato, contestato e magari anche smentito. Quindi non possiamo più ragionare con i vecchi schemi che i Governo usavano un tempo per comunicare le loro azioni. Il problema è che molti paesi continuano a farlo, spendendo così soldi pubblici in sforzi inutili.
Non c’è bisogno di rincorrere un nuovo brand, come se l’Europa fosse una grande multinazionale, ma è necessario ricollegare i cittadini europei alla loro storia comune: non dobbiamo cercare nuovi valori, ma ritrovare i nostri e riscoprire un’identità che nel tempo si è oscurata. Potremmo, ad esempio, legare l’immagine dell’Europa alle storie personali dei suoi grandi leader oppure alla tradizione gastronomica di ogni paese per creare un interesse che accenda anche nuove passioni nei cittadini.
Tutto questo è possibile, ma non basterà perché comunque non possiamo prescindere dalle azioni. E allora chiediamoci: l’Europa cos’è oggi? Soltanto un grande spazio per il libero mercato o qualcosa di più? Certo chi con l’Europa ha a che fare tutti i giorni risponderà che tutto quello che fa l’Unione Europea si ripercuote sulle nostre vite, cercando di renderle migliori. Ma il punto è come comunicare tutto questo affinché ogni cittadino possa giudicare da solo e possa avere la possibilità di affezionarsi ad una nuova idea di Europa o contrastarla.
Una delle vere sfide che l’Unione Europea ha di fronte a sé è quella di riuscire a rendere più semplice e diretto il suo linguaggio che forse è diventato un po’ troppo “di diritto”: ogni giorno si parla di norme e leggi per ogni settore e questo rischia di avere un effetto alienante. Per evitarlo bisogna prima comunicare perché c’è quella legge e se questa interessa realmente i cittadini. Se l’Europa riuscisse a fare questo già a partire dalle prossime elezioni del Parlamento Europeo sarebbe forse molto vicina al suo secondo atto.
di Antonella Giordano
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