Il Governo deve dare un segnale forte contro la corruzione: i casi che emergono ogni giorno dalle cronache giudiziarie chiedono un intervento urgente da parte del Governo per evitare che i costi della corruzione ricadano come sta accadendo sulle tasche dei cittadini. Cittadinanzattiva rilancia le proprie proposte: “Diminuire i costi della politica e dell’amministrazione, dare nuovo impulso all’iniziativa giudiziaria con l’allungamento dei termini per i processi anticorruzione, recuperare e riutilizzare i beni sottratti alla comunità dai corrotti”. “Tutti i dati disponibili ci dicono del progressivo arretramento del nostro Paese sul fronte della lotta alla corruzione, proprio in un momento in cui il nostro paese non può proprio permettersi di perdere 60 miliardi di euro. La lotta alla corruzione va presa sul serio proprio in questo momento di crisi di credibilità, fiducia e sviluppo del Paese” spiega Vittorino Ferla, Responsabile Trasparenza dell’Associazione.
Cosa fare, dunque, per rinnovare l’impegno anti-corruzione del Governo? “In primo luogo, i Ministeri competenti – Giustizia, Sviluppo economico e Funzione pubblica – siano trasparenti sui dati in loro possesso sul fenomeno, realizzando un coordinamento di strategie, attività e informazioni atteso da anni”, ha aggiunto Ferla. “In secondo luogo, sia finalmente applicata la normativa sulla confisca e l’uso sociale dei beni dei corrotti, approvata nel 2006 e presto dimenticata. Specie in un momento di crisi economica come questo, uno sforzo amministrativo per recuperare e reinvestire le risorse sottratte alla collettività sarebbe un segnale importante. Infine, il Parlamento approvi rapidamente il disegno di legge anticorruzione che giace da mesi in Commissione Affari costituzionali, integrandolo con il prolungamento dei termini per la prescrizione dei processi anticorruzione: certo, il provvedimento è lacunoso e insufficiente, ma tutto, in queste condizioni, può essere utile”.


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