Il Codacons chiede di indagare i debitori insolventi delle banche per concorso in bancarotta fraudolenta. L’associazione ha presentato un esposto a diverse Procure in cui chiede di acquisire i nomi dei soggetti insolventi delle diverse banche – tutte quelle coinvolte nelle vicende degli ultimi mesi, da Banca Etruria a Monte dei Paschi di Siena, da Carichieti a Banca Popolare di Vicenza – e di “sequestrare i beni personali di società e persone fisiche identificati come insolventi”.

L’associazione ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e alle Procure di Siena, Arezzo, Ferrara, Ancona, Chieti, Vicenza e Treviso, in cui si chiede alla magistratura di acquisire i nomi dei soggetti insolventi nei confronti degli istituti di credito ubicati sul territorio di competenza, e procedere nei loro confronti per il reato di concorso in bancarotta fraudolenta. “Grazie a tale denuncia la magistratura, come è in suo potere, potrà acquisire i nominativi degli insolventi di Mps, Banca Etruria, Banca Marche, Carife, Carichieti, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca senza attendere norme o provvedimenti specifici – spiega il Codacons – Una volta acquisiti i nomi dei debitori delle banche in crisi o salvate dallo Stato, sarà possibile verificare le responsabilità di tali soggetti alla luce del reato di concorso in induzione alla bancarotta fraudolenta”.

Nello specifico con l’esposto depositato oggi il Codacons chiede alle Procure di “utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge e dal rito allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari e procedere al sequestro presso tutte le banche CARIFERRARA, CARICHIETI, BANCA ETRURIA, BANCA MARCHE, MONTE DEI PASCHI, VENETO BANCA E POPOLARE DI VICENZA degli elenchi completi dei debitori insolventi a carico dei quali potrebbero emergere responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti quali il reato di concorso in induzione alla bancarotta fraudolenta e di ogni altra fattispecie criminosa che venisse individuata dalla S.V., con grave e diretto danno per tutti gli  azionisti e correntisti che hanno investito e titolari di obbligazioni subordinate e di tutti i contribuenti visto che le banche vengono salvate con i soldi pubblici e, in caso affermativo, esperire nei confronti di coloro che saranno ritenuti responsabili, l’azione penale”. Non solo. Con tale esposto il Codacons ha chiesto anche alle Procure di procedere al  “sequestro di tutti i beni delle società e/o delle persone fisiche che verranno identificate come debitori insolventi”.

Sembra inoltre andare avanti anche in sede di dibattito parlamentare la proposta lanciata dal presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli, che aveva chiesto di rendere pubblici i nomi dei primi cento debitori insolventi delle banche salvate con soldi pubblici. Tanto che ieri il Comitato di presidenza dell’Abi, riunito a Roma, “ha espresso soddisfazione – informa una nota – per il recepimento in sede parlamentare della proposta del Presidente Patuelli, condivisa unanimemente dal Comitato, sulla trasparenza nell’accertamento di tutte le responsabilità degli stati di crisi di banche, anche attraverso la pubblicazione dell’elenco dei primi cento clienti insolventi”.


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