Autostrade, AACC denunciano: aumenti del 4%, raggiungono punte del 15%
Aumenti del 4%, che in alcuni casi raggiungono il 15%: dal 1° gennaio sono scattati gli aumenti dei pedaggi autostradali, con un incremento medio del 4%, che in alcuni casi ha raggiunto punte dell’8,28% (Strada dei Parchi), del 12,9% (autostrada Venezia-Trieste) e del 15% (autostrada Torino-Aosta).
Dalla strada dei Parchi precisano che si tratta di un aumento regolato dal contratto di Convenzione stipulato con Anas come adeguamento agli investimenti realizzati, al tasso d’inflazione programmato ed al parametro della qualità. I proventi dei pedaggi sono cioè “destinati al recupero degli investimenti già effettuati o da effettuare, a sostenere le spese di ammodernamento, innovazione, gestione e manutenzione della rete che, nel primo quinquennio di gestione 2009-2013 ammontano a complessivi 520 milioni di euro”. L’aumento tariffario “previsto per Strada dei Parchi è più alto della media delle altre concessionarie, e nonostante ciò il suo costo chilometrico resta nella media italiana e tra i più bassi delle autostrade di montagna”. Caso eccezionale la Tratta Venezia-Padova, che passa da 70 centesimi a 3 euro, con un aumento del 400%. Sotto la media invece l’Autostrada dei Fiori, con maggiorazioni del 3,7%, la Torino-Savona (più 2,24%) e la tangenziale di Napoli (più 3,59%).
“Gli aumenti risultano di gran lunga superiori al tasso di inflazione e, considerando che in Italia il trasporto dei prodotti avviene prevalentemente su gomma, avranno pesanti ripercussioni su tutti prezzi, andando a sommarsi alla ormai insostenibile pressione fiscale – commentano Federconsumatori e Adusbef – Tale aumento delle tariffe autostradali è inaccettabile e ingiustificabile ed è patetico l’atteggiamento del Governo, che si sta vantando di aver contenuto l’ammontare degli aumenti. Inoltre l’incremento dei pedaggi è stato messo in atto proprio in questi giorni di festa, in cui la mobilità sulle autostrade è particolarmente elevata: ci rifiutiamo di credere che si tratti di una coincidenza e ci sembra piuttosto che si voglia applicare una sorta di “tassa sulle vacanze” dei cittadini, mettendo gli interessi dei gestori della rete autostradale davanti a quelli del Paese”.
“Riteniamo che gli aumenti siano immotivati e inammissibili, pertanto chiediamo che siano rese note al più presto le giustificazioni che li hanno consentiti e soprattutto quali siano gli investimenti realizzati che li motiverebbero – dichiarano Rosario Trefiletti e Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Federconsumatori intende acquisire i decreti dei Ministeri dei Trasporti e dell’Economia che hanno autorizzato gli ultimi incrementi tariffari e tutta la relativa documentazione per verificare la possibilità di adottare azioni a tutela degli utenti. Chiediamo alle istituzioni locali di assumere una decisa iniziativa nei confronti del Governo per modificare radicalmente gli automatismi attuali ed introdurre garanzie di trasparenza e di controllo nel rapporto con le società concessionarie.
Il Governo ha diffuso una nota in cui sottolinea che i decreti dei Ministro dei trasporti, Maurizio Lupi, e di quello dell’economia, Fabrizio Saccomanni, hanno consentito una riduzione dei rincari, fatta in considerazione della “perdurante crisi economica”. Ma per l’Osservatorio nazionale sulle liberalizzazioni dei Trasporti, gli aumenti sono comunque “ingiustificati”. “Da anni – denuncia il presidente dell’Osservatorio, Dario Balotta – gli aumenti dei pedaggi vengono investiti in attività finanziarie o vengono utilizzati per partecipazioni societarie anzichè per nuovi servizi o nuove opere per gli automobilisti”.