Aumento Irpef retroattivo, Confconsumatori si rivolge alla Consulta
Reintroduzione dell’ICI (Imu) sulla prima casa; previsione di un nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi; introduzione di un aumento delle accise (anche sulla benzina) per finanziare i trasporti locali e aumento dell’addizionale regionale sull’IRPEF anticipandola sin dal 2011. Sono queste le misure introdotte dal decreto “Salva Italia” per ridare fiato agli enti locali. Tuttavia anche se apprezzabili nell’intento, c’è chi sostiene che la sua retroattività sia irragionevole. Confconsumatori, infatti, si appresta a contestare l’applicazione di tale norma innanzi alla Corte Costituzionale. “L’unico strumento serio di tutela praticabile – spiega la Presidente Mara Colla – è l’impugnazione delle Delibere delle Giunte regionali di applicazione della norma nazionale innanzi ai TAR competenti”.
L’avv. Antonio Pinto di Confconsumatori precisa: «una volta chiamate in giudizio, le Regioni ovviamente richiameranno, al fine di comprovare la legittimità del proprio operato, la norma nazionale checonsente tale aumento anche per il 2011. Inquesta maniera diventerà possibile sollevare la questione di legittimità costituzionale della norma, nella parte in cui sancisce la possibilità di applicare una tassa retroattiva. Se la Corte accoglierà le nostre ragioni, i cittadini dovranno essere rimborsati del maltolto». A dare ragione all’impostazione dell’Associazione anche la giurisprudenza secondo cui la legge tributaria retroattiva di per sé non è incostituzionale, ma toccherà allo Stato provare la legittimità della modifica peggiorativa e la crisi non costituirà di certo giustificazione legittima, anzi rafforzerà le ragioni dei consumatori: “La Corte Costituzionale – afferma l’avv.Antonio Pinto – fin dalla sentenza n. 43 del 1964 ad oggi, ha infatti costantemente affermato il principio che la prestazione di imposta deve essere sempre effettivamente collegata al presupposto proprio del tributo, e tale collegamento effettivo deve esistere anche sotto il profilo temporale, sicché non deve essere di regola spezzato nella tassazione retroattiva. In tema di tassazione retroattiva il ragionamento della Corte Costituzionale è il seguente: quando una legge modifica retroattivamente una disciplina tributaria esistente, il collegamento effettivo fra capacità contributiva e tassazione può risultare spezzato; il venir meno di tale collegamento deve essere verificato di volta in volta dalla Corte”.
Il principio della retroattività delle tasse è un atto vessatorio che ingenera sentimento di rabbia e senso di ingiustizia.Somiglia ad una rapina legalizzata e ci fà sentire dei sudditi e non cittadini.