Segno negativo per il consumo di energia nel nostro Paese. Si tratta di 30/40 miliardi di Kwh in meno rispetto alle previsioni fatte solo pochi anni fa. La riduzione è consistente e preoccupa gli addetti del settore. Nell’annuale Assemblea di Assoelettrica, che si è tenuta nel pomeriggio di ieri, è stato sottolineato come questa perdita sia ancora più grave se si pensa agli ingenti investimenti che sono stati fatti nel settore per aumentarne la capacità produttiva in funzione di previsioni che si sono rivelate in buona parte errate.
“Il quadro generale che emerge dall’analisi del settore evidenzia quindi una situazione di criticità che impone di coniugare la difesa degli interessi degli operatori con una visione di sistema che consenta di affrontare le sfide in atto e permetta, al tempo stesso l’evoluzione positiva del settore”. Queste le parole del Presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, che nel suo discorso ha fatto emerger chiaramente quali sono i punti di debolezza su cui intervenire.
Innanzitutto, vi è un problema di dualità del mercato: da una parte vi sono le imprese produttrici di energia e dall’altra le imprese che distribuiscono il prodotto ai consumatori. Ciò crea spesso tensioni e diseconomie nel mercato. Per questo motivo, l’intervento del Governo sul settore energetico è visto in modo assolutamente positivo. La cosiddetta SEN (Strategia Energetica Nazionale) ha il merito infatti di provare a costruire un quadro generale in cui far muovere l’intero settore, dando degli obbiettivi sia ai produttori che ai distributori.
Il problema più urgete da risolvere al momento è quello di smistare il surplus di energia elettrica prodotto in seguito agli investimenti fatti per l’ammodernamento delle centrali. L’aumento dell’export di energia sarà possibile solo se si verificheranno alcune condizioni di base, ossia l’integrazione dei mercati, sbottigliamento sud-nord della rete italiana, allineamento dei prezzi del gas e avvicinamento del mix produttivo tra Italia e il resto dei Paesi europei.
Un altro aspetto su cui Assoelettrica ha manifestato di avere particolare interesse è il prezzo dell’energia per il consumatore finale che appare tendenzialmente in aumento. Ciò è dovuto non tanto alle fluttuazioni del prezzo del petrolio quanto ai consistenti oneri di sistema che gravano sulle imprese produttrici. Come riscontrato dall’Autorità per l’energia elettrica, infatti, tali oneri gravano sulla bolletta del consumatore per il 17%.
Che fare quindi per risalire la china? “È necessario uno sforzo comune”, dice Testa, “per evitare la frammentazione e indebolire ulteriormente il mercato. Questo sforzo deve essere guidato da principi condivisi come l’attenzione ai costi e alle esigenze dei consumatori, un migliore orientamento al mercato, un consumo efficiente di energia elettrica, un’azione verso il Governo ed il Parlamento per sgravare i costi dell’energia dalle componenti parafiscali e dagli oneri impropri”. Occorre fare delle scelte per decidere se improntare il mercato verso un sistema pienamente concorrenziale, agevolando la liberalizzazione, oppure portarlo verso un sistema a prezzi amministrati. Così come è necessario fare in modo che il prezzo dell’energia si stabilizzi evitando crescite nel futuro. Infine, bisogna che tutti i segmenti del mercato contribuiscano al funzionamento dell’intero settore.
di Elena Leoparco


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