Abi, Antonio Patuelli è il nuovo Presidente
Arriva la conferma ufficiale: il nuovo Presidente dell’Abi è Antonio Patuelli che sostituisce il dimissionario Giuseppe Mussari, travolto dallo scandalo Monte dei Paschi di Siena. Oggi si è riunito in seduta straordinaria il Comitato esecutivo dell’Associazione bancaria italiana che ha accolto la proposta formulata all’unanimità due giorni fa dal Comitato di Presidenza. Bolognese, classe ’51, Patuelli è un imprenditore agricolo, giornalista editorialista del Resto del Carlino, Nazione e Il Giorno e Presidente del gruppo privato ed indipendente della Cassa di Risparmio di Ravenna SpA.
Dal 1998 fa parte del Consiglio e del Comitato esecutivo dell’Abi, di cui è stato vicepresidente e vicepresidente vicario. Dal 2001 Patuelli fa parte del Consiglio e del Comitato di gestione del Fondo interbancario di tutela dei depositi. È stato deputato per circa 6 anni in due brevi legislature e ha completato il suo impegno politico con la conclusione del governo Ciampi di cui è stato sottosegretario alla Difesa. Ha fatto parte delle commissioni Tesoro e Bilancio e dell’Agricoltura. È stato anche componente della Bicamerale per la Riforma istituzionale, di cui ha presieduto il Comitato per le garanzie costituzionali.
Appena eletto, Patuelli ha affermato: “Crediamo e operiamo per banche assolutamente indipendenti, distanti e distinte dalla politica e da ogni rischio di interferenze e di interessi in conflitto. Crediamo e operiamo per ‘banche senza aggettivi’, come insegna Luigi Einaudi, tutte in concorrenza fra loro. Crediamo e operiamo per la sana e prudente gestione bancaria, la più complessa fra le imprese, con rigore e precisione delle scienze fisiche e matematiche. Crediamo e operiamo per un’economia soggetta all’Etica e al Diritto: se un’operazione è ammissibile per legge, ma contrastante con l’Etica, non deve essere effettuata; le questioni di principio prevalgano sempre”.
Patuelli ha precisato di credere “in un’Europa più solida e integrata senza egemonie”. “Abbiamo forte consapevolezza della gravità dei problemi nei quali operano in Italia famiglie e imprese: occorre avere sempre responsabilità sociale. Occorre sviluppare un circuito virtuoso di solidità delle banche e di sensibilità sociali anche attraverso i milioni di azionisti delle banche italiane, nelle diverse forme societarie, in mutualità, cooperazione e che nelle spa permettono impegni sociali diretti e indiretti tramite le Fondazioni. Crediamo e operiamo per la ripresa della produttività, dello sviluppo e dell’occupazione in ogni settore e parte d’Italia: perciò le banche chiedono alle Istituzioni semplificazioni normative e burocratiche per rendere più semplice l’accesso al credito per la ripresa dello sviluppo, senza che sulle banche siano scaricati oneri impropri o vincoli inammissibili, garantendo alle banche e alle imprese italiane di ogni genere, condizioni competitive con quelle di ogni parte d’Europa”.
E ha concluso: “L’attenzione deve essere innanzitutto rivolta alle decine di milioni di risparmiatori, dei quali gran parte è azionista diretta o indiretta (tramite Fondi d’investimento) delle banche italiane, alle centinaia di migliaia di bancari e alle loro rappresentanze. I doveri debbono sempre prevalere, lontani dai modelli del più rischioso capitalismo d’oltremare, dall’anarco-capitalismo, ma sostenitori di un mercato competitivo e regolato. Costruiamo insieme un nuovo clima di fiducia e non cediamo mai all’irragionevolezza e alla rassegnazione”.