Si va dalla liberalizzazione dell’esazione fiscale, all’accorpamento delle Province, alla soppressione degli enti e dei Consigli di Amministrazione inutili. Sono le dieci proposte messe a punto da Adiconsum per il governo Monti: “Il livello di tassazione ha raggiunto ormai livelli insopportabili soprattutto per i lavoratori dipendenti, i pensionati e le fasce più deboli del Paese. Non è possibile continuare a rastrellare risorse sui soliti noti” ha dichiarato Pietro Giordano, Segretario generale di Adiconsum.Aumento delle accise, dell’Iva e l’Imu, rischiano di mandare in default”, continua Giordano, “le famiglie italiane e quindi il Paese, ormai immerso in una recessione che rischia di diventare stagnazione. I consumi sono tornati a 30 anni fa, il numero delle persone in cassa integrazione è in continua crescita e le piccole e medie imprese continuano a chiudere, determinando, a loro volta, disoccupazione, cassa integrazione e mobilità. Accise, Imu, tassazioni locali e balzelli fiscali, peseranno nel 2012 circa 1500 euro a famiglia”.
Adiconsum chiede al Governo Monti di intervenire urgentemente su 10 punti:


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  1. liberalizzazione immediata dell’esazione fiscale togliendo a Equitalia il monopolio molto oneroso per i cittadini derivante dagli interessi che finiscono con rasentare i limiti dell’usura;
  2. accorpamento delle Provincie salvaguardando i livelli occupazionali esistenti in tali Enti locali, e operando una redistribuzione che favorirebbe maggiori servizi ai cittadini e ai consumatori;
  3. soppressione immediata dei tanto enti inutili come ad esempio Comunità montane localizzate al mare che hanno unicamente funzioni clientelari e che non sviluppano servizi ai cittadini;
  4. abbattimento di tutti i Consigli di amministrazione inutili e onerosi sulle controllate, municipalizzate degli Enti locali;
  5. dimezzamento dei contributi elettorali e loro ritorno alla funzione di sostegno alla democrazia con il controllo della Corte dei Conti e la rendicontazione delle spese effettuate dai partiti finalizzate unicamente allo sviluppo della democrazia e non alla capitalizzazione del patrimonio dei partiti;
  6. intensificazione alla lotta all’evasione fiscale attraverso accordi con la Svizzera sul modello tedesco che permettano “l’emersione” del fisco evaso e del denaro riciclato;
  7. abbattimento, attraverso la lotta all’evasione, delle aliquote Irpef consentendo la liberazione di risorse economiche per le famiglie e quindi la ripresa dei consumi;
  8. abbattimento dell’Imu e incremento della tassazione sui grandi patrimoni spesso frutto di agevolazioni inique nei confronti di chi ha già tanto;
  9. investimenti in infrastrutture liberando le risorse della Cassa depositi e prestiti e defiscalizzando gli investimenti nelle aree deboli del Paese ad iniziare dal Sud;
  10. reali liberalizzazioni dei carburanti, delle professioni (come gli avvocati, i notai, etc), dei taxi, etc., tornando ed attuando il primo documento sulle liberalizzazioni esitato dal Governo Monti e poi bloccato da lobby e caste.

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