Vacanze estive, la spesa aumenta e gli italiani rimangono a casa (Foto di Franz Bachinger da Pixabay)

Molti non sono partiti. Hanno rinunciato alle vacanze estive anche perché, a conti fatti, sono diventate una stangata per i bilanci familiari. In cinque anni la spesa media per la villeggiatura è salita del 26% e quest’anno il 45% degli italiani, circa 27 milioni di cittadini, non si è concesso una vacanza tra giugno e settembre. Sono oltre 3 milioni e mezzo di persone in più rimaste a casa dal 2019 a oggi. La stima è del Codacons che sottolinea quanto pesi su vacanze e turismo del 2024 il caro prezzi, la ragione principale della mancata partenza e della rinuncia alla “villeggiatura”.

Il caro prezzi si è abbattuto sulle vacanze estive

“Alla base di tale trend negativo il caro-prezzi che ha colpito il comparto turistico: più di un cittadino su due, il 55% di chi non parte, motiva infatti tale decisione con l’impossibilità di affrontare le spese legate ad una vacanza”, spiega il Codacons.

A parità di notti fuori casa e di beni e servizi acquistati, prosegue l’associazione, la spesa pro-capite di chi va in vacanza tra giugno e settembre (tra viaggio, alloggi, cibo e servizi vari) è salita in 5 anni del 26,3%, passando da una media di 950 euro del 2019 ai circa 1.200 euro del 2024, con un incremento di circa 250 euro a persona.

Nelle vacanze 2024 si sono poi abbattuti rincari su tutto il comparto turistico, che ad agosto raggiungono la doppia cifra su voci quali pacchetti vacanza nazionali, campeggi e villaggi vacanza, stabilimenti balneari e piscine.

“I pacchetti vacanza nazionali, ad esempio, hanno fatto registrare su base annua un rincaro del +20,5% a giugno, del +29,9% a luglio e addirittura del +37,4% ad agosto – spiega il Codacons sulla base di dati Istat – Le tariffe di campeggi e villaggi vacanze, rispetto allo stesso periodo del 2023, sono aumentate dal +6% di giugno al +12,9% di agosto. I listini di stabilimenti balneari e piscine sono rincarati di oltre il 13% sia a luglio che ad agosto, mentre per cenare al ristorante si è speso questa estate in media il 3,3% in più rispetto allo scorso anno. Dormire in strutture ricettive diverse dagli alberghi (b&b, case vacanza, ecc.) è costato il 7,2% in più rispetto all’estate del 2023. Forti rincari anche per i biglietti dei treni: +9,3% a giugno, +8,1% a luglio, +6,1% ad agosto”.

A settembre si parte?

E a settembre? Confesercenti stima una “spinta” data dal meteo e dalle tariffe in genere più basse, ma deve riconoscere un bilancio deludente per il movimento turistico degli italiani, provati proprio da una minore capacità di spesa. Per settembre, stima il Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti, si prevede l’arrivo nelle strutture ricettive di 15 milioni di turisti per un totale di 50,2 milioni di pernottamenti, lo 0,6% in più rispetto a settembre 2023.

La stagione turistica però è inferiore alle attese, con pernottamenti stimati in calo dello 0,7% fra giugno e settembre, meno 1,4 milioni di presenze rispetto allo scorso anno.

A pesare è il calo della domanda italiana (-2,9%), con valori di forte diminuzione nelle località balneari (-4,1%), termali (-5,3%) e dei laghi (-3,7%). In termini assoluti Confesercenti stima per il trimestre estivo 105,4 milioni di pernottamenti di italiani, contro i 108,6 milioni del 2023.

Si tratta evidentemente di un problema di costi e ridotta capacità di spesa, che ha portato i turisti italiani a ridurre la durata del soggiorno e la richiesta dei servizi, mentre “è aumentato l’interesse – riconosce Confesercenti – verso le sistemazioni a tariffe più contenute per meglio controllare il budget della vacanza”.

Risultato? “In breve, il dinamismo delle prenotazioni registrato ad inizio stagione lasciava intravedere un trimestre estivo abbastanza promettente, ma ad oggi i risultati sembrerebbero al di sotto delle aspettative non solo per le località del turismo balneare, della montagna e delle aree termali, ma anche per le destinazioni non interessate dal turismo internazionale – spiega ancora Confesercenti – Che, invece, è andato bene: l’aumento degli stranieri è stimato al +1,6%, avvertito maggiormente nel settore alberghiero (+2,4%), ma anche nelle strutture complementari (+0,9%). In termini assoluti i pernottamenti stimati salgono ad oltre 105,1 milioni, contro i 103,4 milioni del 2023. Un aumento che, però, non basta a compensare il calo della domanda interna”.


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