Taxi, oggi lo sciopero nazionale. I Consumatori: servizio introvabile, aprire alla concorrenza (Foto Pixabay)

Oggi si fermano i taxi. C’è infatti uno sciopero nazionale dei tassisti, proclamato da Usb Taxi, che avrà durata per l’intera giornata in tutte le città d’Italia. Facile prevedere che la principali ripercussioni ci saranno nelle aree metropolitane, come Roma e Milano, dove però già in condizioni usuali e quotidiane è spesso difficile trovare un taxi disponibile – come dimostrano le ripetute denunce di utenti, cittadini e turisti in fila per un mezzo che non arriva. Così le associazioni dei consumatori bocciano la protesta di oggi. Per il Codacons, ad esempio, risulta un flop perché i taxi sono già introvabili nelle principali città d’Italia. Il Movimento Difesa del Cittadino chiede più concorrenza e di aprire a Uber.

Perché scioperano i taxi

La “causa scatenante” della protesta, spiega Usb, è il decreto Asset. Un elemento negativo, si legge in una nota stampa della sigla sindacale, “è la possibilità di rilasciare fino al 20% di nuove licenze taxi abrogando ogni norma che prevede una programmazione territoriale, e rincorrendo semplicemente i media (specie ora alla vigilia delle Elezioni Europee). Inopportuno è la definizione più elegante per questo Decreto e ce ne renderemo conto quando con il più classico scaricabarile gli Enti Locali e il Governo si rimpalleranno le responsabilità dell’incremento delle licenze senza nessun dato concreto”.

Per l’Usb verrebbe inoltre stravolta “la funzione del servizio taxi, che da “trasporto” individuale o di piccoli gruppi, viene camuffato come SOSTITUTIVO del trasporto di linea”.

In linea generale, il decreto Asset permette ai comuni di rilasciare in via sperimentale licenze aggiuntive a carattere temporaneo per l’esercizio del servizio taxi in favore di chi sia già titolare di licenza. “Per i comuni capoluogo di regione, sede di città metropolitana o di aeroporto, invece, è consentito incrementare il numero delle licenze non più del 20 per cento rispetto alle licenze già rilasciate, per fronteggiare lo strutturale incremento della domanda. Per il rilascio delle nuove licenze è previsto un concorso straordinario” (Fonte: Il Sole 24 Ore).

In realtà critiche al decreto sono arrivate anche dai Consumatori. Per l’UNC ad esempio si tratta di misure che o erano già state previste senza successo oppure risultano inutili.

Sciopero taxi, la bocciatura dei Consumatori

“Sciopero assurdo e immotivato”, dice Assoutenti nei confronti della protesta di oggi.

«Non si capisce perché scioperino i tassisti contro i cittadini e perché contestino un decreto già in vigore da qualche mese, che fra l’altro pone il limite massimo del 20% di nuove licenze che i comuni, anche in assenza del Dl Asset, erano già in condizione di incrementare sul territorio – afferma il presidente Furio Truzzi – Uno sciopero ridicolo e senza alcun fondamento, che non a caso ha diviso la categoria dei tassisti, con diverse sigle sindacali che non hanno aderito alla protesta».

Per il Codacons i cittadini neanche si sono accorti dello sciopero.

«Lo sciopero è un fallimento non certo perché molte sigle sindacali non hanno fornito adesione alla protesta, ma perché i taxi sono già abitualmente introvabili nelle principali città italiane – afferma il Codacons – La carenza di auto bianche in Italia e la totale inadeguatezza dell’offerta rispetto alla domanda fa si che nessuno si sia accorto dello sciopero odierno, che non ha creato ripercussioni particolari sugli utenti. Resta in ogni caso inquietante notare come i tassisti siano totalmente allergici a qualsiasi misura tesa ad aumentare il servizio in favore dei cittadini, e continuino imperterriti a difendere il proprio oligopolio nonostante tutte le evidenze che attestano come i taxi siano assolutamente insufficienti in Italia».

MDC: inaccettabile corporativismo, aprire realmente a Uber

«Lo sciopero dei taxi indetto oggi non solo è dannoso, ma è del tutto ingiustificato. È la difesa corporativa di privilegi acquisiti negli anni distante anni luce dalle reali esigenze dei cittadini».

Così il presidente del Movimento Difesa del Cittadino (MDC), Antonio Longo, che affronta poi i numeri relativi al servizio pubblico. Sul tavolo infatti finiscono spesso le cifre sulla disponibilità di taxi nelle città italiane rispetto ad altre capitali europee. Ma i numeri vanno letti e contestualizzati.

Spiega Longo: «I dati diffusi dalle centrali dei taxi che mettono a confronto le principali città europee con Roma e Milano non sono falsi, ma incompleti. Infatti, sostenere che Roma, con 7.900 taxi (28,1 vetture su 10.000 abitanti) e Milano, con 4.900 taxi (34,8 vetture su 10.000 abitanti), siano allineate sostanzialmente alle altre capitali europee non corrisponde alla realtà. È vero che Parigi, ad esempio, con 19.000 taxi, ha una densità di 33,4 vetture su 10.000 abitanti, quindi in linea con Milano e con numeri superiori a Roma. Ma si tace il fatto che a Parigi circolano altri 15.000 veicoli di ‘ride-hailing’, come ad esempio Uber, che si sommano ai taxi ufficiali. Solo nel Regno Unito se ne contano oltre 45.000: si tratta di mezzi che potenziano il numero di taxi tradizionali e che, ovviamente, sono maggiormente concentrati a Londra!».

«In Italia, per contro, Uber è riuscito soltanto a firmare, lo scorso luglio, un accordo con la Cooperativa 3570, che ne utilizza la piattaforma unicamente come strumento aggiuntivo per prenotare taxi già esistenti – rimarca ancora Longo – Una soluzione di cui beneficia esclusivamente la categoria dei taxi. L’unico vantaggio per il consumatore è che può conoscere in anticipo quanto pagherà la corsa, usare le carte di credito e ottenere la ricevuta digitale. Resta il fatto – scandaloso – che in Italia il ricorso a Uber non si traduce in un singolo taxi in più».


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)