Ponte sullo Stretto di Messina, a volte ritornano
L’ultimo Consiglio dei Ministri ha dato via libera al riavvio del percorso di progettazione esecutiva del Ponte sullo Stretto di Messina. Legambiente: “Inutile opera faraonica”
Ponte sullo Stretto di Messina, a volte ritornano. L’idea sembrava definitivamente accantonata, dopo anni di progetti, di investimenti e di polemiche, ma l’ultimo Consiglio dei ministri ha dato il via libera al riavvio del percorso di progettazione esecutiva del ponte. Palazzo Chigi scrive di “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria” per “il riavvio della procedure di progettazione esecutiva del ponte sullo Stretto di Messina”.
Ponte sullo Stretto di Messina, riavvio della progettazione
«Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha approvato, salvo intese, un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria – si legge nella nota ufficiale del Governo – Il testo interviene in modo complessivo in differenti ambiti (tra i principali: assetto societario e governance della Stretto di Messina S.p.a., rapporto di concessione, riavvio delle attività di programmazione e progettazione dell’opera, servizio di monitoraggio ambientale), al fine di consentire, nei tempi più celeri, il riavvio della procedura di progettazione esecutiva del ponte sullo Stretto di Messina».
È stato dunque approvato il provvedimento per la ricostituzione della società Stretto di Messina che era stata creata nel 1981 per la realizzazione dell’opera e messa in liquidazione nel 2013, come spiega in una ricostruzione Il Post. Il decreto è stato però approvato «salvo intese», formula usata per dire che non è ancora definitivo, tanto è vero che anche la nota invero entusiasta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (a guida Salvini) scrive che “il Consiglio dei Ministri ha dato il semaforo verde salvo intese, il testo sarà disponibile a breve perché sono necessari gli ultimi approfondimenti tecnici”.
Si partirebbe dal progetto che era stato abbandonato nel 2012, quello di un ponte a campata unica che sarebbe unico al mondo nel suo genere, bloccato allora dal Governo Monti – sembrava in modo definitivo. Il Ponte sullo Stretto è da sempre oggetto di polemiche per il flusso di denaro che vi è stato investito, per le criticità legate alla realizzazione di un progetto faraonico in una zona sismica, per i costi che comporta e per le stesse difficoltà tecniche di un’opera del genere.
Il Ministero dei trasporti usa toni entusiasti già nel comunicato in cui spiega il via libera a un testo che «consente l’immediato riavvio del percorso di progettazione e realizzazione dell’opera. Rinasce così la Società Stretto di Messina che avrà una nuova e più moderna governance. È prevista una solida partecipazione del Mef e del Mit, a conferma dell’importanza che il governo attribuisce al collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. In concreto – dice il Ministero dei Trasporti – si riparte dal progetto definitivo del 2011 che verrà adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali. Il nuovo iter autorizzativo dovrà bollinare il ponte strallato più lungo al mondo (3,2 chilometri), che rappresenterà il fiore all’occhiello dell’arte ingegneristica italiana».
Legambiente: inutile opera faraonica
Il ritorno alla progettazione del Ponte sullo Stretto è oggetto di immediate contestazioni che si legano da sempre alle vere urgenze del Sud: più ferrovie, più treni moderni, più collegamenti. Sostiene Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, in una nota congiunta con Anna Parretta e Giuseppe Alfieri, rispettivamente presidente di Legambiente Calabria e Sicilia:
«La vera urgenza da affrontare in un decreto-legge è la partenza di quei cantieri per la transizione ecologica necessari per permettere ai cittadini e alle merci di muoversi in Calabria e Sicilia come in un paese civile e industrializzato e per contribuire alla lotta alla crisi climatica. Questo oggi non è garantito né agli uni, né agli altri e non sarà certo il Ponte sullo Stretto a permetterlo. Serve una drastica cura del ferro, un potenziamento delle infrastrutture per la mobilità sostenibile, con linee ferroviarie elettrificate e a doppio binario, percorse da treni moderni, frequenti e puntuali, e non una cattedrale nell’evidente ‘deserto della mobilità’ come il Ponte sullo stretto di Messina».
Prosegue Ciafani: «Chiediamo al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini di fare un esercizio molto più utile ai cittadini meridionali e a chi si sposta in queste due regioni per lavoro o turismo. Il Ponte sullo Stretto di Messina è, infatti, un’inutile opera faraonica che in tutti questi anni è costata al Paese tra studi, consulenze e stipendi della società stretto di Messina circa un miliardo di euro. Uno sperpero di soldi pubblici che ora rischia di essere ulteriormente aumentato, senza contare che quelle risorse si sarebbero potute investire per la cura del ferro e per il potenziamento delle infrastrutture per la mobilità sostenibile e del trasporto via nave. Su questi tre interventi, l’Italia è in netto ritardo rispetto agli altri Paesi europei e agli obiettivi che ci sta chiedendo l’Europa in termini di lotta alla crisi climatica, decarbonizzazione dei trasporti e accelerazione della transizione ecologica del Paese».
Legambiente ricorda i dati dell’ultimo report Pendolaria. Sul fronte dei trasporti nel Mezzogiorno circolano meno treni, i convogli sono più vecchi – con un’età media di 18,5 anni, in calo rispetto a 19,2 del 2020 ma molto più elevata degli 11,9 anni di quelli del nord – e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. La “cura per il sud” per Legambiente è quella di avere più treni per il Meridione, elettrificazione e collegamenti più veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola, portando le Frecce nei collegamenti tra Palermo, Catania e Roma, potenziando il trasporto via nave lungo lo Stretto e rafforzando i collegamenti in treno da Reggio Calabria a Taranto e Bari, ripristinando la possibilità di imbarcarsi sulle navi di qualunque vettore con un unico biglietto.
Gentilissime/i,
Più che sostenere che il Ponte sullo Stretto è una inutile opera faraonica il che è vero, io sosterrei con più ragione e più successo che prima di fare questo ponte in Italia bisogna fare e riparare molte strade automobilistiche piene di buche e molte tratte ferroviarie, alcune ferrovie nel sud italia sono veramente antidiluviane!!!
Questi miei argomenti mi pare che possano essere molto convincenti e soprattutto possano facilmente convincere la gente della attuale inutilità di questa opera faraonica.
Grazie e cordiali saluti.
Rinaldin Franco
Cell. 340.77.98.283