Carburanti, continuano i rialzi. Consumatori: si rischiano ripercussioni sui prezzi degli alimentari
Continuano i rialzi dei carburanti. E le associazioni dei consumatori sono preoccupate per le ripercussioni a catena sul trasporto merci e sui listini dei beni e degli alimentari
I continui rialzi dei prezzi di benzina e gasolio sollevano l’attenzione e la preoccupazione delle associazioni dei consumatori. Con la corsa dei prezzi alla pompa si abbatterà una stangata da 3,9 miliardi di euro sui rifornimenti degli automobilisti, denuncia il Codacons.
Qualche giorno fa Assoutenti riportava che la benzina verde ha sfondato il “tetto psicologico del 2,5 euro al litro in alcuni distributori italiani”, “con l’aggravante – spiegava l’associazione – che i nuovi listini record si registrano non sulle autostrade, dove i prezzi dei carburanti sono notoriamente più elevati, ma sulla rete ordinaria”.
Denunciava il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso: «In appena 6 settimane il prezzo medio nazionale della verde è rincarato del +5,3%, il diesel del +6,3%, e al di là dei casi limite dove i listini superano i 2,5 euro al litro, il rischio concreto è che la nuova ondata di rialzi alla pompa determini una spirale inflattiva attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio dei beni che viaggiano su gomma e che rappresentano l’88% della merce venduta in Italia».
Rincari dei carburanti, ricadute a cascata
Ed è proprio questa la preoccupazione diffusa dei Consumatori: il possibile rialzo dei prezzi delle merci, perché gli aumenti dai costi di trasporti si tradurrebbero in nuovi rincari sui listini, già provati da mesi e mesi di alta inflazione – specialmente per gli alimentari.
«Un pieno di benzina costa quasi 5 euro in più rispetto a inizio anno, mentre per il diesel si spendono 5,5 euro in più – afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi – Se i prezzi dei carburanti dovessero rimanere a questi livelli, si tratterebbe di una stangata annua da circa 3,9 miliardi di euro a carico delle famiglie italiane solo a titolo di maggiori costi di rifornimento. A tali somme andrebbero poi aggiunti gli effetti indiretti del caro-benzina, a partire dai rincari dei prezzi dei prodotti trasportati, in primis gli alimentari, che come noto risentono dei maggiori costi di trasporto. Ci chiediamo cosa ne pensi il Governo, e se non intenda intervenire per evitare nuovi record dei listini alla pompa che avrebbero effetti pesantissimi per la nostra economia».
Secondo i dati settimanali del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), appena pubblicati, il prezzo della benzina in modalità self service è salita ancora attestandosi a 1,864 euro al litro, il gasolio a 1,832 euro al litro, ricorda l’Unione Nazionale Consumatori.
«Prosegue la corsa dei carburanti che dura ininterrottamente da un mese», spiega il presidente dell’associazione Massimiliano Dona.
In una settimana la benzina sale dell’1,3%, il gasolio dell’1,72% e un pieno da 50 litri costa, rispettivamente, 1 euro e 20 cent e 1 euro e 55 cent in più.
Conclude Dona: «Il Governo intervenga altrimenti di questo passo ci saranno ricadute non solo dirette sulle tasche degli automobilisti ma anche sulla merce trasportata, con effetti sull’inflazione».