Benzinai in sciopero il 25 e 26 gennaio. I gestori: “ondata di fango” sulla categoria
I benzinai dichiarano lo stato di agitazione e annunciano uno sciopero dalle 19:00 del 24 gennaio 2023 alle 07:00 del 27 gennaio 2023. Denunciano che sui gestori viene scaricata la responsabilità degli aumenti dei carburanti. I Consumatori: no allo sciopero
I benzinai dichiarano lo stato di agitazione su tutta la rete stradale e annunciano lo sciopero per il 25 e 26 gennaio. Con parole dure, accusano il Governo di aver aumentato il prezzo dei carburanti scaricando la responsabilità sui gestori. I due giorni di sciopero si svolgeranno dalle 19:00 del 24 gennaio 2023 alle 07:00 del 27 gennaio 2023.
«Il Governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. Avviata contro la Categoria una campagna mediatica vergognosa», denunciano le associazioni di categoria.
Benzinai: “ondata di fango” contro la categoria
«Per porre fine a questa “ondata di fango” contro una Categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le Associazioni dei Gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio».
È quanto si legge in una nota di Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio, che hanno inviato la loro comunicazione alla presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
La mobilitazione dei benzinai era nell’aria dopo l’approvazione del decreto sulla trasparenza del prezzo dei carburanti da parte del Consiglio dei Ministri. I gestori rappresentano 22.500 operatori e 100.000 dipendenti che, denunciano, sono stati “scaraventati in pasto all’opinione pubblica” col rincaro dei carburanti.
«L’impressione che la Categoria ha tratto da questa vicenda è quella di un Esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate e ben sapendo che l’Agenzia delle Dogane, il Mimit, e l’Agenzia delle Entrate hanno, già oggi, la conoscenza e la disponibilità di dati sul movimento, sui prezzi dei carburanti e sull’affidabilità delle comunicazioni giornaliere rese dalla Categoria – scrivono – È un imbroglio mediatico al quale le Organizzazioni di Categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei Gestori».
Benzinai in sciopero il 25 e 26 gennaio, le ragioni
Le federazioni dei gestori carburanti, si legge nella comunicazione ufficiale, «hanno proclamato due giornate di sciopero il 25 e 26 gennaio pv quale forma di protesta nei confronti delle recenti iniziative del Governo che dopo aver aumentato il prezzo dei carburanti di 30 centesimi con l’eliminazione dello sconto sulle accise ha inteso scaricare sui gestori le responsabilità di presunte speculazioni, additando la categoria al pubblico ludibrio. Si tratta – prosegue la lettera – di azioni politiche irresponsabili e di inusitata gravità nei confronti di una intera categoria di onesti operatori economici che basano la loro attività su un margine fisso pro litro di 3 centesimi lordi al litro, garantendo allo Stato, a proprio rischio e pericolo, in alcuni casi della vita, un introito di circa 40 miliardi l’anno di gettito. A fronte di ciò la categoria viene indicata, smentendo gli stessi dati del Ministero della Transizione ecologica, che evidenziano gli attuali aumenti registrati sulla rete in linea con la reintroduzione piena delle accise, come causa degli aumenti».
I benzinai denunciano che le richieste di audizione sono «tutte cadute nel vuoto istituzionale, di fronte alla decisione politica del Governo di reintrodurre le accise per finanziare altri servizi ritenuti essenziali». Da qui la protesta contro l’operato del governo e il decreto approvato che condannerebbe i gestori quali responsabili degli aumenti dei prezzi.
I rincari dei carburanti
La battaglia ruota sempre intorno ai rincari dei carburanti, scattati dal 1° gennaio di quest’anno come conseguenza dello stop al taglio delle accise – misura che in origine valeva 30,5 centesimi al litro, poi ridotta a 18,3 centesimi e azzerata a partire dal 1° gennaio 2023. Il problema è che in diversi casi benzina e diesel hanno superato la soglia, anche psicologica, dei 2 euro al litro con il rischio di speculazioni, anche se molti valutano invece il rincaro sovrapponibile al taglio dello sconto fiscale.
In ogni caso le ripercussioni sugli automobilisti sono pesanti. Federconsumatori stima un aumento di 96 euro annui sulla benzina e +228 euro annui per il diesel.
Consumatori: no allo sciopero dei benzinai
La previsione dello sciopero non piace alle associazioni dei consumatori. Per il Codacons «la decisione dei benzinai di proclamare due giorni di sciopero equivale ad un atto di guerra contro i consumatori, una protesta assurda e immotivata che ci porta oggi a presentare una istanza urgente al Garante per gli scioperi affinché blocchi la mobilitazione dei gestori».
No a scioperi “strumentali”, commenta l’Unione Nazionale Consumatori.
«Siamo stati gli unici a non parlare mai di speculazione ed i primi, una volta usciti i dati ufficiali del ministero, a dire che l’aumento medio era poco più di 16 cent, meno dei 18,3 cent dovuti al rialzo delle accise, parlando di bufala gonfiata ad arte dal Governo per tentare di scagionarsi dalle sue responsabilità. Quindi i gestori hanno tutte le ragione di questo mondo per lamentarsi e protestare, ma non per scioperare – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Facciano pure un sit in di protesta davanti a Monte Citorio, anche se gli suggeriamo di farlo davanti a Palazzo Chigi, ma non scioperino. Data la tempistica dell’annuncio, non vorremmo, infatti, che le vere ragioni dello sciopero fossero ben altre, ossia quelle di contrastare il decreto trasparenza che, per quanto sia un pannicello caldo, è comunque sacrosanto».