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Pronuncia della Corte Ue sulla patente di guida

L’Antitrust ha dato il via libera a Konsumer Italia per intervenire nel procedimento istruttorio aperto sull’affaire «Auto No Cost». La società, denuncia l’associazione, ha smesso da diversi mesi di rimborsare le rate ai proprio drivers. E ha adottato una serie di pratiche aggressive anche nell’acquisto di smartphone «a costo zero». Col risultato di avere alcuni consumatori esposti al pagamento di rate insostenibili.

«La nostra richiesta, inoltrata lo scorso 6 giugno, è stata presentata – spiega Konsumer – per tutelare gli interessi dei moltissimi consumatori che si sono rivolti presso i nostri sportelli poiché alle prese con le pratiche commerciali “discutibili” poste in essere dalla società Vantage Group, che fa capo al servizio di acquisto auto no cost».

 

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Auto no cost: una formula, tanti dubbi, molti rischi

 

Il sistema No Cost

Ma di cosa si tratta nel dettaglio? La promessa dell’azienda è quella di offrire un affare imperdibile: pagarsi l’auto solo con la pubblicità. Online si legge infatti che «la rivoluzione degli acquisti intelligenti è iniziata, con No-Cost sarà la PUBBLICITA’ a ripagare la tua vettura. Acquista la tua auto senza pensieri, alla rata ci pensiamo Noi!».

Il meccanismo pubblicizzato prevede un rimborso della rata mensile che verrà fatto con la pubblicazione di quattro fotografie dell’auto a settimana, due post il lunedì e il sabato, sul profilo facebook, e con la loro condivisione. Ogni mese, promette il messaggio, si riceveranno 290 euro di rimborso rata auto, più 50 euro di rimborso carburante, più un rimborso RCA variabile in base alla classe di merito. Carvertising, insomma: pubblicità sulle proprie auto. Ma questa non sempre è permessa. Ci sono anzi vincoli molti rigidi. Tanto è vero che diversi consumatori hanno cominciato a denunciare alle associazioni di aver ricevuto multe di oltre 400 euro.

La denuncia di Konsumer

«Stando alla casistica da noi rappresentata, la società ha smesso da diversi mesi di rimborsare le rate ai propri drivers – denuncia Konsumer Italia – Sono moltissime le fattispecie contestate alla Vantage, ma la cosa che desta più perplessità è che le auto “no cost” sono state acquistate tutte presso lo stesso venditore e, eccetto in un caso, finanziate dal medesimo intermediario. La Vantage Group, oltre ad essersi rifiutata di fornire copia della fidejussione ai propri clienti o ad averla, talvolta, inserita nell’importo finanziato (che ha dunque maturato interessi), ha proseguito con la propria condotta aggressiva costringendo i drivers ad acquistare degli smartphone con la medesima formula “a costo zero” quale retribuzione per l’attività pubblicitaria».

Konsumer ha dunque chiesto all’Antitrust di avviare un’istruttoria anche verso l’intermediario finanziario che ha erogato il finanziamento. Per vedere se ha rispettato le Disposizioni di trasparenza della Banca d’Italia e il Testo unico bancario, che prevedono l’obbligo di valutare il merito creditizio del consumatore prima di erogare il finanziamento e di valutarne la capacità di rimborso.

«Nei casi esaminati non solo nessuno dei consumatori finanziati aveva il merito creditizio idoneo all’importo e alle condizioni economiche applicate, – dice l’avvocato Raffaella Crisafi, vice presidente Konsumer Italia – ma addirittura la finanziaria ha inspiegabilmente autorizzato importi palesemente sproporzionati rispetto al costo dell’auto acquistata. Il risultato è che attualmente questi consumatori si ritrovano con una esposizione rateale mensile insostenibile, con il rischio che la mancata sostenibilità della rata impedisca loro di onorare il debito con conseguente inadempimento, segnalazione negativa nei Sistemi di Informazione Creditizia, impossibilità di accedere al credito con un orizzonte temporale non calcolabile».

«Forniremo all’Antitrust – aggiunge Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia – la documentazione in nostro possesso, partecipando attivamente al processo istruttorio, confidando nella celere conclusione dell’iter. Nel frattempo, invitiamo tutti coloro che ancora non hanno preso provvedimenti a rivolgersi ai nostri sportelli. Sapremo come tutelarli».

Una lunga storia

La vicenda delle auto no cost va avanti però da tempo. Già nel 2017 l’Aeci, Associazione europea consumatori indipendenti, denunciava che si poteva trattare di un sistema di vendita piramidale. A giugno di quest’anno, poi, l’Aeci ha parlato di «consumatori vittime di un sistema che li ha visti esborsare sino a 12.000 euro per entrare nel meccanismo».

La pratica è dunque finita sotto la lente dell’Antitrust che, dietro la promessa di un’auto nuova e senza costi, ipotizza pratiche commerciali scorrette.

C’è poi da considerare un altro fatto. Sono pochi i soggetti autorizzati a fare pubblicità su un veicolo (le auto aziendali, per esempi, col logo o marchio dell’azienda) mentre per le altre forme ci si espone a rischio di multe superiori a 400 euro. Lo prevede infatti il Codice della Strada, articolo 23, che stabilisce il divieto di apposizione di scritte pubblicitarie sugli autoveicoli pena una sanzione. “Chiunque viola le disposizioni del presente articolo e quelle del regolamento è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 419 a euro 1.682”. Le stesse associazioni dei consumatori hanno ricevuto diverse segnalazioni di automobilisti sanzionati per oltre 400 euro.


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