Il decreto autovelox è atteso domani in Gazzetta Ufficiale (Foto Pixabay)

Domani è attesa in Gazzetta Ufficiale la pubblicazione del decreto autovelox, che disciplina l’installazione e il ricorso a questi dispositivi dopo un’attesa durata oltre 10 anni. “Per regolare il settore, dopo 13 anni di attesa, abbiamo finalmente adottato il decreto che disciplina le modalità di collocazione e uso di questi autovelox”, ha detto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini (Fonte: Ansa).

Il pacchetto di norme restringe il campo di applicazione degli autovelox. Viene dunque presentato come una “stretta” agli autovelox, con una serie di norme che intendono regolarne l’installazione. Ad esempio, spiega il Sole 24 Ore, “il provvedimento stabilisce anche che i tratti di strada dove gli autovelox possono essere utilizzati devono essere individuati con un provvedimento del Prefetto; ci deve essere la distanza di almeno un chilometro fuori dai centri abitati tra il segnale che impone il limite di velocità e il dispositivo; e comunque anche nei centri abitati sono previsti obblighi di segnalamento minimo”.

Autovelox, Mit: “Regole stringenti sul loro collocamento”

Una recente nota del Ministero dei trasporti spiega che l’obiettivo del decreto autovelox “è garantirne un utilizzo conforme ad esigenze di sicurezza della circolazione, prevenire gli incidenti e tutelare gli utenti della strada”.

Le novità si applicheranno alle postazioni fisse, mobili o a bordo di veicoli in movimento e nei casi in cui non è possibile effettuare la contestazione immediata delle violazioni. Il decreto detta inoltre “regole stringenti sul collocamento degli autovelox”.

Secondo il Mit, gli autovelox potranno essere posizionati in aree “ad elevato livello di incidentalità, documentata impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata sulla base delle condizioni strutturali; dove il limite di velocità individuato non sia inferiore di oltre 20 km/h rispetto a quello massimo generalizzato, salvo specifiche e motivate deroghe. Ad esempio, sulle strade extraurbane principali, dove è previsto un limite di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite di velocità è fissato ad almeno 90 km/h, ma non per limiti inferiori. In ambito urbano, non è possibile sanzionare per limiti di velocità inferiori a 50 km/h con le modalità previste dal decreto, essendo necessaria in tali casi la contestazione immediata”.

Inoltre, prevede il Mit, “per le strade extraurbane deve intercorrere una distanza di almeno un chilometro tra il segnale che impone il limite di velocità” e l’autovelox.

Si prevedono distanze minime sui tratti stradali sui quali sono collocati autovelox e distanze minime tra gli stessi autovelox, per evitare la “proliferazione di sanzioni”. Sugli autovelox vigileranno i prefetti che dovranno autorizzarne l’installazione.

Codacons: evitare “valanga di sanzioni”

Il Codacons ha accolto il decreto autovelox facendo riferimento alla “valanga di sanzioni” sulle strade delle vacanze estive. Per l’associazione insomma i dispositivi non vanno usati dai Comuni per fare cassa, ma rimane il nodo delle omologazioni, esploso ad aprile quando la Cassazione  ha accolto il ricorso di un automobilista su una multa per eccesso di velocità perché l’autovelox non era omologato.

“L’arrivo del decreto sugli autovelox prima delle vacanze estive – commenta il Codacons – garantirà gli automobilisti che si sposteranno lungo la penisola per raggiungere i luoghi di villeggiatura, ed eviterà la solita raffica di sanzioni elevate ogni estate dai comuni che sfruttano gli autovelox per fare cassa”.

L’associazione cita le stime di un sito specializzato e parla per l’Italia di oltre 11 mila apparecchi per la rilevazione automatica della velocità. Cita alcuni numeri sulle sanzioni: in Salento i comuni della zona avrebbero ottenute circa 23 milioni di euro dalle multe fatte attraverso autovelox, mentre un piccolo comune sulle Dolomiti con un unico autovelox avrebbe incassato nel biennio 2021-2022 oltre 900 mila euro.

Alcune strade, prosegue l’associazione, sono “disseminate di postazioni autovelox, con limiti di velocità che in alcuni casi sono stati modificati nel tempo creando confusione tra gli automobilisti e portando ad una raffica di sanzioni”.

«Diciamo chiaro e tondo che chi viola i limiti di velocità e mette a rischio la propria vita e quella altrui va pesantemente sanzionato, ma gli autovelox non possono trasformarsi da strumento per garantire la sicurezza stradale a bancomat usato dai comuni per prelevare soldi presso gli automobilisti – ha detto il presidente Carlo Rienzi – Per tale motivo siamo favorevoli all’arrivo di nuove regole più stringenti per le amministrazioni locali, ma occorre risolvere il nodo sulle omologazioni e approvazioni degli autovelox, allo scopo di evitare una raffica di ricorsi anche verso le multe giuste».

Asaps: nuove regole in vigore dal 12 giugno

Le nuove regole sui controlli della velocità entreranno in vigore il 12 giugno, spiega l’Asaps (Associazione sostenitori amici Polizia stradale) che fa riferimento all’annuncio dato alla Camera della pubblicazione per il 28 maggio del  il decreto ministeriale ex art. 25 legge nr. 120/2010 in materia di regolamentazione dei controlli velocità sulle strade italiane.

“Sono trascorsi quasi 14 anni, 4.800 giorni, almeno 7 diverse versioni di un provvedimento tanto atteso quanto discusso. Lo stesso Ministro non ha confermato i dati relativi al numero di autovelox presenti oggi in Italia (oltre 11.300), numeri che non sono assolutamente veritieri perchè presi da un sito privato, in cui ogni cittadino può inserire anche postazioni “fantasma””. Per l’Asaps ci sono inoltre rischi di caos nei controlli della velocità, in attesa del nuovo ddl sulla sicurezza stradale.


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