25 aprile in viaggio per 9 milioni di italiani, al top le città d’arte
Sarà un 25 aprile in viaggio per 9 milioni di italiani, quasi tutti in Italia, prima destinazione le città d’arte. Per Federalberghi si torna a programmare le vacanze. UNC: bene, ma abbassate i prezzi
Dopo la Pasqua sarà un 25 aprile in viaggio per 9 milioni di italiani. Per il ponte della Liberazione le città d’arte riprendono un posto di primo piano quale meta preferita dei viaggi a breve raggio degli italiani.
Oltre nove italiani su dieci, fra coloro che partono per il 25 aprile, rimangono in Italia, diretti soprattutto nelle città d’arte, e alloggiando in albergo. È la tipica vacanza di primavera, quella di prossimità, che apre le porte alla stagione estiva ma segnala anche il ritorno al viaggio dopo le restrizioni della pandemia. Tanto è vero che il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca commenta l’usuale indagine della ACS Marketing Solutions (su un campione di 4500 maggiorenni) dicendo che «non sono stati un abbaglio» gli italiani partiti a Pasqua.
«Non è episodica in sostanza la scelta di viaggiare, si torna invece a programmare una vacanza a stretto giro anche in occasione del ponte del 25 aprile», dice Bocca.
In viaggio il 25 aprile
Fra chi viaggia il 25 aprile, circa il 92% rimarrà in Italia e le città d’arte saranno le destinazioni preferite (31%). A seguire il mare (22,6%), la montagna (19,8%) e distanziati le terme e i laghi. Il giro d’affari previsto è di 4 miliardi. Per chi andrà all’estero, vincono le grandi capitali europei per quasi sette viaggiatori su dieci.
La spesa media pro-capite per la vacanza sarà di 466 euro. Chi resterà in Italia spenderà mediamente 433 euro, mentre la spesa aumenta per chi trascorrerà un periodo di vacanza oltre confine (741 euro). Al primo posto, l’alloggio preferito sarà l’albergo.
Chi parte lo fa soprattutto per riposo e relax (59,5%) e per divertimento (33,7%). Il 13,4% degli italiani approfitterà di questa occasione per visitare mostre, musei e fiere. Le attività principali per questi giorni di vacanza saranno passeggiate (33,7%), escursioni e gite (30,1%), visita a monumenti (22,7%), e a musei o mostre (20,2%).
Vacanza sì, vacanza no, nuove speranze
I motivi della mancata vacanza vedono al primo posto la mancanza di denaro. Fra gli intervistati che non andranno in vacanza, il 39,9% ha detto di non partire per motivi economici; il 33,1% perché intende organizzare un viaggio in altro periodo e un altro 24,8% per motivi familiari.
«Voglio ricordare che in occasione del ponte pasquale una città come Venezia ha registrato la presenza di 130mila visitatori al giorno. Con la festa della Liberazione altre città d’arte avranno il loro riscatto – dice ancora Bocca – Io credo che ci si debba emozionare di fronte ad una situazione che fino a poco tempo fa, a causa della pandemia, sembrava irraggiungibile. La speranza per noi è che si possa ridurre drasticamente la percentuale di nostri concittadini che non andranno in vacanza per motivi economici (39,9%). La vacanza deve tornare ad essere accessibile a tutti».
UNC: bene, ma abbassate i prezzi
«Bene ma abbassate i prezzi», commenta a stretto giro l’Unione Nazionale Consumatori.
L’associazione sottolinea i rincari annui segnalati a marzo sulle diverse voci che rappresentano la spesa per le vacanze.
«I dati dei rincari di marzo, infatti, sono molto preoccupanti sia in previsione del prossimo 25 aprile che della prossima estate – dice il presidente dell’associazione Massimiliano Dona – Pur essendo marzo un mese freddo e non certo di ferie, le tariffe degli alberghi sono già salite rispetto allo scorso anno del 9,7%, collocando gli alberghi al secondo posto dei rialzi legati alle vacanze».
L’UNC sottolinea che sono aumentati tutti i prezzi legati alle vacanze. E snocciola questi numeri: «A marzo il trasporto marittimo si colloca in testa alla top ten con un incremento del 10,1%, visitare un museo costa il 7,4% in più rispetto a un anno prima, andare in un villaggio vacanze o in un campeggio il 7,2%, in una pensione, bed and breakfast o agriturismo il 4,5%, andare in piscina o in un impianto sportivo il 4%, andare al ristorante il 3,1%, ancora peggio se vuoi andare in pizzeria, +3,7%. Sempre sopra al 3% anche parchi di divertimento e cinema, entrambi a +3,1%. Insomma – conclude Dona – non c’è un servizio che si salvi!».