
Stile alimentare, i cambiamenti post pandemia (fonte foto: pixabay)
Stile alimentare, cambiamenti post pandemia. Il 42% degli italiani dichiara di mangiare più sano
La pandemia ha lasciato in eredità agli italiani uno stile alimentare in parte cambiato. Il cibo è legato a felicità, convivialità e prevenzione. Rispetto a un anno fa, il 42% degli italiani dichiara di mangiare in modo più sano ed equlibrato, il 10% di mangiare peggio, mentre un quarto ha ridotto o eliminato il consumo di carne
Oltre a nuove abitudini digitali, la pandemia ha lasciato in eredità agli italiani uno stile alimentare in parte cambiato. Il cibo è legato infatti a felicità, convivialità, prevenzione. Non è solo mangiare (non lo è mai stato in effetti) ma è anche un campo al quale gli italiani guardano con rinnovata attenzione. Uno su due ha cambiato le proprie abitudini alimentari dopo la pandemia. Rispetto a un anno fa, il 42% dichiara di mangiare in modo più sano ed equilibrato. Il 26%, un quarto, riduce o elimina il consumo di carne. Un altro 10% invece va in direzione opposta e dichiara di mangiare in modo meno salutare.
Stile alimentare, come si cambia
Sono i dati su base Coop e Nomisma, particolare di uno studio più ampio condotto da Nomisma sulla nuova pausa pranzo degli italiani per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT. Oltre mille lavoratori in tutta Italia, dice Nomisma, hanno raccontato come nuovi stili di vita, smart working e stili alimentari in evoluzione abbiano modificato la loro pausa pranzo, anche per quanto riguarda l’organizzazione e la gestione dei pasti, negli ultimi due anni. Uno degli aspetti più interessanti dei dati complessivi riguarda il particolare sul cambiamento dello stile alimentare negli ultimi due anni.

Stili alimentari e sistema di valori
La prima parte della ricerca Nomisma ha infatti evidenziato le trasformazioni che hanno caratterizzato gli stili alimentari e gli stili di vita degli italiani negli ultimi due anni. Sullo sfondo c’è anche una rivoluzione valoriale.
«Secondo i dati del Rapporto Coop 2021, sono 36 milioni le persone che hanno intenzione di modificare il proprio sistema valoriale nei prossimi 3 o 5 anni ed emerge, in particolare, il bisogno di dare maggiore spazio alla cura di sé: il 47% degli italiani vuole occuparsi di più della propria salute e il 42% trovare maggiore serenità ed equilibrio con se stesso. In questo quadro emerge anche la volontà di tutelare l’ambiente, un altro valore che si sta affermando: il 40%, infatti, desidera impegnarsi maggiormente in tal senso».
Si affermano anche nuovi valori e comportamenti legati al cibo, al quale gli italiani rivolgono una grande attenzione. L’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT rileva non solo che l’83% dei lavoratori è molto attento alle proprie scelte alimentari, ma evidenzia anche ciò che la nutrizione rappresenta per le persone.
«Solo una percentuale minoritaria (12%) la associa a una mera necessità vitale: per molti italiani, al contrario, l’alimentazione rappresenta felicità e soddisfazione (32%), un momento di convivialità (29%), un modo per prendersi cura di sé e per fare prevenzione (27%)».

Abitudini alimentari & cambiamenti
Tutto questo porta anche a modificare i comportamenti alimentari. Si hanno così nuove abitudini a tavola.
«Quella che si evidenzia maggiormente – dice Nomisma – è l’intenzione di mangiare in modo sano ed equilibrato (42%), a cui si affianca una percentuale consistente di persone (26%) che cerca di ridurre il consumo di carne» (Fonte: Rapporto Coop 2021).
Quali sono dunque gli stili alimentari dichiarati? A parte i no style (18%), si affermano la dieta mediterranea e una grande varietà di comportamenti che comprendono il consumo di prodotti locali e di stagione anche per questioni ambientali, la riduzione o eliminazione del consumo di carne ma non di pesce (etichettata rispettivamente come stile reducetariano e stile flexitariano), il biologico e altri ancora che colgono un aspetto dello stile alimentare preferito o seguito dagli italiani.
«Quasi il 30% degli italiani predilige la dieta mediterranea – evidenzia l’indagine – Accanto a questo gruppo emerge una serie di altri stili molto variegati, in cui si identifica il 53% delle persone. Si tratta di comportamenti alimentari difficili da classificare in modo unitario perché esprimono tante esigenze differenti presenti oggi sul mercato. In questa percentuale rientrano, ad esempio, gli italiani che ricercano in modo continuativo cibo biologico, coloro che prediligono prodotti stagionali, chi segue un’alimentazione vegetariana o vegana, ma anche chi preferisce una nutrizione iperproteica» (Fonte: Rapporto Coop 2021).
