
Videogiochi in pandemia
In pandemia vincono i videogiochi. Anche in famiglia e per sentirsi meno soli
In pandemia il mercato dei videogiochi segna numeri record e un giro d’affari che supera i 2 miliardi, più 21,9% sul 2019. I giochi online multiplayer sono stati un modo per tenere i contatti con gli amici e sentirsi meno soli. Il 19% ha giocato con i figli
In pandemia vincono i videogiochi. Come forma di intrattenimento domestico ma anche come strumento di socialità. Il mercato dei videogiochi nel 2020 conta numeri record, con un giro d’affari che sfonda i 2 miliardi di euro e una crescita del 21,9% rispetto al 2019.
Quasi 17 milioni di italiani hanno usato i videogiochi nel 2020.
Il numero dei giocatori è rimasto invariato ma è aumentato il tempo trascorso sui videogiochi, specialmente nei periodi di restrizione più intensi e durante il lockdown. I videogiochi hanno avuto un ruolo importante come fattore di socialità. Quelli online multiplayer sono stati un mezzo per rimanere in contatto con gli amici. Il 19% degli intervistati ha giocato con i propri figli, scegliendo anche videogiochi educativi – specialmente chi ha bambini in età scolare.
Videogiochi in Italia 2020
I dati sul mercato dei videogiochi, e sull’impatto della pandemia su giochi e giocatori, vengono dal IIDEA, Italian interactive digital entertainment association, che ha diffuso i numeri del mercato e dei consumatori di videogiochi in Italia nel 2020.
«Il settore registra una performance storica: cresce, infatti, del 21,9% rispetto alla precedente rilevazione e realizza un giro d’affari di 2 miliardi e 179 milioni di euro», dice il rapporto sui videogiochi.
In pandemia il mercato ha continuato una crescita già iniziata. Ed è stato boom, considerato il tempo che si è aperto per il settore. Le vendite di software ha fatto da traino al settore con un giro d’affari di 1,7 miliardi di euro e una crescita del 24,8% rispetto al 2019.
Il segmento digitale, comprensivo di digital download su console e PC e di app, è passato dai 602 milioni di euro del 2019 ai 799 milioni del 2020. Complice la buona performance delle console next gen – le nuove PS5 e Xbox Series uscite a novembre 2020 – e di Nintendo Switch, il comparto ha generato un turnover di 395 milioni di euro con un trend di crescita del 6,9%.

Videogiochi in pandemia
I dati del rapporto si basano su tre fonti specializzate, mentre il focus sui consumatori è frutto di un sondaggio online e di uno offline su campione rappresentativo della popolazione dai 6 ai 64 anni di età. La classifica aggregata (tutte le piattaforme, fisico e digitale) è guidata da FIFA 21, seguito da Grand Theft Auto V e FIFA 20, stesso podio della Top 10 dei videogiochi su console.
I generi più venduti nel 2020 sono stati Action, Sports Games e Adventure.
Il 2020 è dunque un anno molto positivo per il settore dei videogiochi.
«Questa crescita significativa non è solo frutto della pandemia che ci ha fatto passare più tempo tra le mura domestiche ma è una testimonianza del crescente interesse nei confronti dei videogiochi come forma di intrattenimento e di comunicazione – ha detto Marco Saletta, presidente di IIDEA – Il 2020 ha infatti segnato un punto di svolta anche nella percezione sociale e culturale del medium e ha portato con sé una più ampia comprensione da parte dell’opinione pubblica delle potenzialità del videogioco come strumento di socialità e apprendimento».
Videogiochi e abitudini dei consumatori
Videogiochi, consumatori e impatto del Covid-19 sono finiti sotto esame dell’associazione.
I giocatori in realtà sono rimasti più o meno stabili – circa 16,7 milioni di persone che si sono cimentate con i videogiochi nel corso dell’anno, ovvero il 38% della popolazione italiana compresa tra i 6 e i 64 anni – ma hanno giocato di più. Naturalmente, considerato il lockdown e il tempo da passare in casa. I picchi di gioco ci sono stati infatti proprio nel periodo di maggiori restrizioni.
«Probabilmente come effetto del maggior tempo trascorso tra le mura di casa, nel corso del 2020 gli italiani hanno dedicato in media 8 ore a settimana a giocare su tutti i device, oltre mezz’ora in più rispetto alla rilevazione precedente. Si è riscontrata una crescita del tempo dedicato a tutte le piattaforme, ad esclusione delle console meno recenti – come PS3 e Xbox360 – e degli smartphone che registrano una leggera decrescita rispetto al 2019».
Videogiochi antistress e in famiglia
L’analisi su consumatori e videogiochi ha messo in evidenza anche altro. Ovvero il ruolo dei giochi online per rimanere in contatto con gli amici e in funzione antistress. Nonché educativa, nel momento in cui genitori e figli hanno giocato insieme con giochi educativi.
«Dall’analisi è emerso come i videogiochi multiplayer online hanno avuto un ruolo di supporto per i videogiocatori durante le restrizioni causate dalla pandemia: il 50% li ha utilizzati per rimanere in contatto con gli amici, il 48% per sentirsi meno isolato, il 39% come strumento per sentirsi meno ansioso – e oltre un terzo di loro (il 36%) ha dichiarato che i videogiochi hanno aiutato a sentirsi felici».
I videogiochi sono stati oggetto di intrattenimento in famiglia.
«Il 19% degli intervistati ha dichiarato infatti di aver videogiocato con i propri figli, dato che sale al 22% tra quanti hanno figli nella fascia 6-10 e al 20% nella fascia degli 11-15 anni – dice il dossier – Il 19% dei genitori, inoltre, ha dichiarato di aver utilizzato videogiochi educativi per supportare il loro apprendimento – dato che sale al 29% tra quanti hanno figli in età da scuola primaria».
