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Internet, per nove italiani su dieci è un diritto sociale (Foto di Pete Linforth da Pixabay)
Internet, per nove italiani su dieci è un diritto sociale
Internet è un diritto di tutti per nove italiani su dieci. Mentre l’intelligenza artificiale divide i cittadini: per il 46% è un’opportunità mentre il 37% la considera una minaccia. Indagine Censis-Wind Tre
Internet è un diritto di tutti per nove italiani su dieci. Mentre l’intelligenza artificiale divide i cittadini: per il 46% è un’opportunità mentre il 37% la considera una minaccia. Le opinioni degli italiani nei confronti di internet, dell’intelligenza artificiale e dei rischi online percepiti come più rilevanti sono alcuni dei dati che vengono dal 3° Rapporto sul valore della connettività in Italia realizzato dal Censis in collaborazione con Wind Tre.
Internet come diritto sociale
Per l’88,7% degli italiani la connettività a internet è un diritto sociale, come la sanità o la previdenza. Ne sono convinti l’84,1% dei giovani, il 90,5% degli adulti e l’88,5% degli anziani.
Per l’80,8% dei cittadini (l’84,5% dei giovani) l’accesso alla rete dovrebbe essere gratuito. Per il 46,2% la copertura dei costi dovrebbe avvenire per mezzo di un contributo dei grandi generatori di traffico, come Google e Meta. Per il 34,6% dovrebbe essere posta a carico della fiscalità generale. A chiedere una partecipazione economica delle Over The Top per la copertura dei costi sono soprattutto i giovani (51,3%) e i laureati (49,8%). Il 19,2% degli italiani è invece contrario alla gratuità di internet.
Il rapporto evidenzia poi che in Italia, rispetto a paesi comparabili, il costo di accesso a internet risulta più basso (insieme a Israele). Il costo medio di un gigabyte di traffico dati su rete mobile in Italia è inferiore del 47,3% rispetto alla Francia, dell’80,0% rispetto alla Spagna, del 95,5% rispetto alla Germania, del 97,9% rispetto agli Stati Uniti.
Da quali rischi online difendersi
Il 94,7% degli italiani associa a internet alcuni rischi da cui difendersi. Il pericolo principale, indicato dal 46,2%, è la possibilità di cadere vittima di crimini informatici durante le proprie attività quotidiane online, come l’utilizzo del conto corrente bancario o l’e-commerce. Il 22,2% è preoccupato dal libero accesso al web dei minori, il 14,2% teme l’azione degli haters, il 12,1% avverte un rischio per la salute mentale, cioè l’insorgere di una dipendenza dai dispositivi digitali.
Una conferma indiretta degli elevati rischi per i minori che navigano nel web proviene dai dati relativi all’azione delle Forze dell’ordine: nel 2022 sono stati 2.622 i siti web illegali oscurati perché contenenti immagini di violenze su bambini, 1.466 persone sono state indagate per reati di pedopornografia e 128 minori sono stati indagati per casi di cyberbullismo. Nel periodo più recente gennaio-marzo 2023 sono state indagate per pedopornografia 299 persone.
Intelligenza artificiale, giudizio cauto
L’Intelligenza artificiale risulta utile ma va regolata. Il giudizio degli italiani rimane cauto e diviso: 46,3% dei cittadini la considera una opportunità, il 37,6% una minaccia, il 16,1% non sa che cosa pensare.
I giudizi sugli impatti dell’IA sono più positivi tra i giovani (il 55,3% la considera una opportunità) e tra i laureati (59,2%). Il 61,6% degli italiani auspica per il momento una sorta di moratoria: ritiene opportuno bloccare, almeno per un periodo, le ricerche sull’IA per concordare le regole in grado di evitare eventuali problemi relativi alla gestione dei dati e alla generazione di notizie false. Sul rischio apocalittico che l’IA si emancipi dagli umani e inizi a operare in autonomia, gli italiani si dividono: il 38,4% la ritiene una ipotesi plausibile, il 40,1% crede che sia impossibile, il 21,5% non ha una opinione in merito.
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