SPECIALE. Anna Rea, Adoc: intelligenza artificiale fra diritti e protezione dei dati personali (Foto Pixabay)

Con il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, AI Act, l’Europa si è dotata della prima legislazione al mondo che disciplina l’intelligenza artificiale. Ci saranno limiti per l’uso dei sistemi di identificazione biometrica e divieti per quelle applicazioni di intelligenza artificiale che minacciano i diritti dei cittadini – no dunque a sistemi di credito sociale e all’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet per banche dati di riconoscimento facciale.

È la prima volta che un’istituzione regola in modo dettagliato l’intelligenza artificiale, attraverso la previsione di quattro livelli di pericolosità, fra i quali il rischio inaccettabile è attributo ai sistemi che rappresentano una minaccia per la sicurezza e i diritti delle persone. Ma quali sono le principali sfide poste dall’AI in tema di diritti fondamentali dei cittadini, privacy, dati personali e profilazione?

 

 

Parla Anna Rea, Adoc

Il Regolamento europeo parla di un’AI “antropocentrica e affidabile” che garantisca un “livello elevato di protezione della salute, della sicurezza e dei diritti fondamentali”. Ci sono però delle applicazioni vietate.

Sostiene Anna Rea, presidente Adoc nazionale: «Mettere l’uomo e i suoi diritti fondamentali al centro dello sviluppo e dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale è un imperativo categorico per garantire una società giusta, equa e inclusiva. Adottare questo approccio significa non “assoggettare” l’uomo alla macchina e far sì che l’intelligenza artificiale sia al servizio dell’umanità e non il contrario. Un principio che si traduce nella tutela della dignità e della libertà umana, nella protezione e nel rispetto della privacy e dei dati personali, nella trasparenza e chiarezza delle informazioni».

Privacy e protezione dei dati personali sono temi cruciali.

«Quando si parla di intelligenza artificiale, siamo spesso affascinati dalla sua capacità di semplificare le nostre vite e farci risparmiare tempo – spiega Rea – Tendiamo a concentrarci sui vantaggi immediati, come la comodità di un assistente vocale o la velocità con cui l’IA può elaborare informazioni complesse. Tuttavia, ci dimentichiamo troppo facilmente del prezzo che potremmo pagare in termini di privacy e controllo sui nostri dati personali. L’IA, per funzionare, ha bisogno di enormi quantità di dati, che spesso includono informazioni sensibili sulla nostra vita, le nostre abitudini e le nostre preferenze. Potremmo dire che l’intelligenza artificiali si autoalimenta dei nostri dati e così facendo rinunciamo a una parte della nostra privacy, ci esponiamo al rischio di profilazione, di essere sorvegliati e manipolati. Tra tutte, quella che mi preoccupa maggiormente è la possibilità che l’IA venga utilizzata per monitorare e profilare gli individui in modo invasivo e discriminatorio».

 

Per leggere l’intervista integrale, clicca qui.

 

Governance dell’AI e tutela dei consumatori. Il ruolo delle Autorità indipendenti” è il convegno che Consumers’ Forum ha organizzato per il 27 novembre: l’evento approfondirà il rapporto fra intelligenza artificiale, diritti della persona, mercato e imprese.

 

di Help Consumatori in collaborazione con Consumers’ Forum


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