GEDI si accorda con OpenAI per rendere accessibili i contenuti delle notizie (Foto Pixabay)

Intelligenza artificiale, GEDI si accorda con OpenAI per rendere accessibili a ChatGPT i contenuti delle notizie

GEDI e OpenAI hanno annunciato una “partnership strategica” per rendere accessibili agli utenti di ChatGPT i contenuti delle testate giornalistiche, fra cui La Repubblica e La Stampa. Il sindacato:  «L’AI deve essere gestita per evitare che possa addestrarsi con i contenuti dei giornalisti e prepararsi quindi a sostituirli». Il Garante Privacy accende un faro

GEDI e OpenAI hanno annunciato una “partnership strategica” per rendere accessibili i contenuti delle notizie in italiano che vengono dalle testate GEDI all’interno di ChatGPT. L’annuncio viene dalla stessa media company GEDI, editrice de La Repubblica e La Stampa. Gli utenti del chatbot avranno dunque accesso ai contenuti delle testate del gruppo. Con quali conseguenze? A stretto giro dopo l’annuncio si è fatta sentire la Federazione nazionale della Stampa (FNSI) che insieme a Stampa Romana e Associazione Stampa Subalpina hanno espresso «preoccupazione» dopo l’annuncio della partnership.

«L’AI – scrive il sindacato – deve essere gestita per evitare che possa addestrarsi con i contenuti dei giornalisti e prepararsi quindi a sostituirli».

Contenuti delle news accessibili agli utenti di ChatGPT

L’accordo di GEDI con OpenAI, l’azienda di ricerca sull’intelligenza artificiale che realizza ChatGPT, renderà accessibili i contenuti in italiano che vengono dalle testate giornalistiche del gruppo.

“Con questa partnership, gli utenti di ChatGPT avranno accesso a citazioni, contenuti e link alle pubblicazioni di GEDI, tra cui La Repubblica e La Stampa”, spiega una nota, per la quale “grazie al riconosciuto valore del giornalismo prodotto da GEDI, la collaborazione permetterà di migliorare la rilevanza e l’accesso ai prodotti di OpenAI, inclusi ChatGPT e il prototipo SearchGPT, per gli utenti in Italia. La partnership – prosegue – offre inoltre a entrambe le società nuove opportunità per ulteriori collaborazioni su funzionalità e prodotti basati sull’AI, migliorando il modo in cui i lettori accedono e interagiscono con le notizie in Italia”.

Commenta Sam Altman, AD di OpenAI: «È importante collaborare con gli editori di tutto il mondo affinché tutti possano avere accesso a informazioni accurate e affidabili nella propria lingua. Questa partnership riconosce l’alta qualità del giornalismo di GEDI e migliora l’esperienza di ChatGPT per milioni di persone in Italia e nel mondo».

Federazione Stampa: evitare che l’AI sostituisca i giornalisti

Quali siano però i risvolti di questo accordo non è chiaro. Di sicuro allarma Federazione della Stampa, Stampa Romana e Stampa Subalpina che «guardano con attenzione, ma anche con forte preoccupazione, all’accordo fra Gedi e OpenAI per rendere fruibili agli utenti di ChatGpt i contenuti in lingua italiana con l’accesso alle pubblicazioni di la Repubblica e La Stampa».

Secondo il sindacato, «l’AI deve essere gestita per evitare che possa addestrarsi con i contenuti dei giornalisti e prepararsi quindi a sostituirli. Di conseguenza, l’accordo di Gedi deve necessariamente avere sia un approfondimento tecnico – ad esempio capire se ChatGpt oltre a citare gli articoli ha avuto dall’azienda il via libera per assorbirli e quindi addestrarsi, ma anche se i contenuti saranno “marcati” in modo da poter essere contabilizzati – sia dal punto di vista contrattuale, perché l’utilizzo dei prodotti giornalistici coperti da copyright possa avere una ricaduta economica positiva anche sulla redazione».

Su questi temi e su altri, «sarà necessario un confronto rapido e trasparente, che metta le organizzazioni sindacali in grado di avere tutte le risposte, da quelle economiche a quelle tecniche», concludono Fnsi e Associazioni di Stampa.

Sul tavolo c’è dunque l’addestramento dell’intelligenza artificiale come pure il futuro del giornalismo. Più stringata ma non meno importante la reazione del Garante per la protezione dei dati. In una nota si legge che “il Garante per la protezione dei dati personali segue con attenzione gli accordi che – secondo notizie di stampa – RCS MediaGroup e GEDI Gruppo Editoriale avrebbero siglato con OpenAI, azienda che realizza ChatGPT, e si riserva di valutare l’adozione di più specifiche iniziative”.


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