ChatGPT, da OpenAI più trasparenza e diritti, riapre in Italia (foto Shantanu Kumar per Pexels)

ChatGPT, da OpenAI più trasparenza e diritti, la piattaforma riapre in Italia

OpenAI riapre la piattaforma ChatGPT in Italia con la garanzia di una maggiore trasparenza nell’informativa privacy e nella gestione dei dati personali e di più diritti di utenti e non utenti europei. L’annuncio dei giorni scorsi del Garante Privacy e gli impegni presi dalla società

OpenAI riapre la piattaforma ChatGPT in Italia con la garanzia di una maggiore trasparenza nell’informativa privacy e nella gestione dei dati personali e di più diritti di utenti e non utenti europei.

La società statunitense che gestisce ChatGPT, il software di intelligenza artificiale relazionale in grado di simulare ed elaborare le conversazioni umane, ha fatto arrivare al Garante Privacy italiano una nota nella quale illustra le misure introdotte in ottemperanza alle richieste dell’Autorità contenute nel provvedimento dello scorso 11 aprile. La società spiega di aver messo a disposizione degli utenti e non utenti europei e, in alcuni casi, anche extra-europei, una serie di informazioni aggiuntive, di aver modificato e chiarito alcuni punti e riconosciuto a utenti e non utenti soluzioni accessibili per l’esercizio dei loro diritti. Alla luce di questi miglioramenti OpenAI ha reso nuovamente accessibile ChatGPT agli utenti italiani.

È quanto ha reso noto nei giorni scorsi il Garante privacy, che aveva aperto un’istruttoria e chiesto alla società di rispettare una serie di misure concrete in tema di informativa privacy, diritti dei minori, rettifica dei dati personali, diritto di opposizione.

 

La bussola dei diritti. ChatGPT: il gioco vale la privacy? (Foto Sanket Mishra per Pexels)

 

ChatGPT, gli impegni di OpenAI

Il Garante elenca nel dettaglio gli impegni di OpenAI.

Questa ha “predisposto e pubblicato sul proprio sito un’informativa rivolta a tutti gli utenti e non utenti, in Europa e nel resto del mondo, per illustrare quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l’addestramento degli algoritmi e per ricordare che chiunque ha diritto di opporsi a tale trattamento”.

Ha inoltre “ampliato l’informativa sul trattamento dei dati riservata agli utenti del servizio rendendola ora accessibile anche nella maschera di registrazione prima che un utente si registri al servizio” e ha “riconosciuto a tutte le persone che vivono in Europa, anche non utenti, il diritto di opporsi a che i loro dati personali siano trattati per l’addestramento degli algoritmi anche attraverso un apposito modulo compilabile online e facilmente accessibile”.

La società ha poi introdotto “una schermata di benvenuto alla riattivazione di ChtaGPT in Italia, con i rimandi alla nuova informativa sulla privacy e alle modalità di trattamento dei dati personali per il training degli algoritmi”; “ha previsto per gli interessati la possibilità di far cancellare le informazioni ritenute errate dichiarandosi, allo stato, tecnicamente impossibilitata a correggere gli errori”; nell’informativa per gli utenti ha chiarito che “mentre continuerà a trattare taluni dati personali per garantire il corretto funzionamento del servizio sulla base del contratto, tratterà i loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi, salvo che esercitino il diritto di opposizione, sulla base del legittimo interesse”.

Ancora, OpenAI “ha implementato per gli utenti già nei giorni scorsi un modulo che consente a tutti gli utenti europei di esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei propri dati personali e poter così escludere le conversazioni e la relativa cronologia dal training dei propri algoritmi; ha inserito nella schermata di benvenuto riservata agli utenti italiani già registrati al servizio un pulsante attraverso il quale, per riaccedere al servizio, dovranno dichiarare di essere maggiorenni o ultratredicenni e, in questo caso, di avere il consenso dei genitori; ha inserito nella maschera di registrazione al servizio la richiesta della data di nascita prevedendo un blocco alla registrazione per gli utenti infratredicenni e prevedendo, nell’ipotesi di utenti ultratredicenni ma minorenni che debbano confermare di avere il consenso dei genitori all’uso del servizio”.

Il Garante Privacy ha espresso soddisfazione per queste misure e auspicato che la società nelle prossime settimane risponda anche alle altre richieste, in particolare riguardo alla “implementazione di un sistema di verifica dell’età e alla pianificazione e realizzazione di una campagna di comunicazione finalizzata a informare tutti gli italiani di quanto accaduto e della possibilità di opporsi all’utilizzo dei propri dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi”.

L’Autorità, prosegue la nota, “riconosce i passi in avanti compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone e auspica che la società prosegua lungo questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dati”. E annuncia che proseguirà nell’attività istruttoria nonché nel lavoro che porterà avanti la task force europea che si è costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea.


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