Antitrust Multa Meta per 3,5 milioni di euro per pratiche scorrette su Instagram e Facebook (Foto Pixabay)

Nella registrazione a Instagram gli utenti non ricevevano chiare informazioni sulla raccolta e sull’uso dei propri dati a fini commerciali. Mentre, in caso di sospensione degli account Facebook e Instagram, Meta non dava informazioni utili per eventuali contestazioni. Queste due pratiche sono alla base della maxi sanzione da 3 milioni e mezzo di euro che l’Antitrust ha deciso nei confronti di Meta per pratiche commerciali scorrette.

Finalità commerciali e sospensione account, le pratiche contestate a Meta

L’Autorità ha sanzionato per 3,5 milioni di euro Meta Platforms Ireland Ltd. e la capogruppo Meta Platforms Inc. per due pratiche ingannevoli riguardo alla creazione e alla gestione degli account dei social network Facebook e Instagram.

L’Antitrust ha accertato che Meta, in violazione del Codice del Consumo, “non ha informato con immediatezza gli utenti iscritti ad Instagram via web dell’utilizzo dei loro dati personali per finalità commerciali”, informa una nota.

Meta non ha inoltre gestito con precisione la sospensione degli account Facebook e Instagram dei propri utenti.

In particolare, spiega l’Antitrust, “Meta non ha indicato come decida di sospendere gli account Facebook (se a seguito di un controllo automatizzato o “umano”) e non ha fornito agli utenti di Facebook e Instagram informazioni sulla possibilità di contestare la sospensione dei loro account (si possono rivolgere a un organo di risoluzione stragiudiziale delle controversie o a un giudice)”.

Altra contestazione relativa a questa seconda pratica è la previsione di un termine di soli 30 giorni perché il consumatore possa contestare la sospensione. Meta ha posto termine a queste due pratiche nel corso del procedimento.

Nel dettaglio, come si legge nel procedimento Antitrust, fino al 25 marzo 2024 Meta “non ha informato immediatamente e adeguatamente, nel processo di registrazione via web alla piattaforma IG (ossia l’esperienza tramite desktop/browser), dell’attività di raccolta e utilizzo dei dati dell’utente per finalità commerciali, così da falsarne il comportamento e indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso”, ovvero iscriversi o meno a Instagram. Meta non forniva infatti l’informazione “Noi finanziamo i nostri servizi usando i tuoi dati personali per mostrarti le inserzioni” ai propri utenti, già presente nel flusso di registrazione tramite app. E anche dopo le modifiche fatte, argomenta l’Autorità, le lacune non sono state sanate.

Nel secondo profilo contestato, che risulta attualmente superato perché Meta vi ha posto fine nel corso del procedimento, il colosso dei social network non ha indicato appunto le modalità, se automatizzata o manuale, con cui veniva deciso di sospendere un account riguardo a Facebook e non ha fornito indicazioni (per entrambi i social) della “possibilità di contestare la decisione, oltre che con ricorso interno, anche adendo un organo di risoluzione extragiudiziale delle controversie o ricorrendo a un giudice”. Il termine per il ricorso interno è stato ora esteso a 180 giorni.

Consumatori: bene che le pratiche siano cessate

«Bene l’azione dell’Antitrust ed è un’ottima notizia che le due pratiche siano già cessate – commenta il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona – In particolare, è importante che il consumatore sia informato della possibilità di contestare la sospensione dell’account. Va potenziata l’assistenza e la trasparenza, soprattutto nei confronti di chi ci lavora con i social media, per evitare di lasciarlo in un situazione di precarietà e incertezza, senza avere una risposta».

Anche il Codacons apprezza il fatto che le pratiche siano cessate durante il procedimento. “Ricordiamo che i dati personali degli utenti hanno un enorme valore commerciale – aggiunge il Codacons – e al momento di fornirli ai vari social network i cittadini devono essere informati in modo chiaro e trasparente circa il loro utilizzo a scopi commerciali da parte delle piattaforme, al fine di non creare squilibri e rispettare la privacy di chi cede le proprie informazioni”.


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